Bando centri estivi, "tutto per Aria": fondi esauriti in 19 minuti, 523 progetti esclusi
Quattro progetti su cinque non sono stati ammessi ai finanziamenti. Protesta in Consiglio Regionale. Aria (di nuovo) al centro delle polemiche

Protesta in Consiglio Regionale da parte dei consiglieri del Partito Democratico sul bando centri estivi, sul quale arriva anzche una mozione.
Bando centri estivi, proteste in Consiglio Regionale
Uno "scandalo". Pochi mezzi termini dalle fila del Partito Democratico su quello che è già stato indicato come un nuovo, ennesimo, "flop" della piattaforma regionale Aria. Niente vaccini questa volta ma centri estivi. I problemi, o errori, della piattaforma avevano già costretto ad annullare il primo bando rivolto ad enti e Comuni e ad aprirne un secondo. Che non ha avuto risultati migliori: i fondi a disposizione sono stati esauriti in pochi minuti, diciannove, lasciando fuori dai finanziamenti 523 progetti. Che, in alcuni casi, sarebbero stati finanziati dal primo bando.
"Non solo - aggiunge il dem Samuele Astuti - ci sono Comuni piccoli che hanno preso finanziamenti per centinaia di migliaia di euro, mentre a Comuni grandi sono stati assegnati pochi spiccioli, se parametrati al numero di ragazzi iscritti ai centri estivi. Insomma, un pasticcio, ai danni dei Comuni, degli oratori, di chi ha organizzato e ormai quasi concluso i centri estivi, dove quattro su cinque richiedenti sono rimasti fuori. Le risorse vanno utilizzate meglio e a vantaggio di tutti, i pasticci di Aria sono ormai intollerabili".
Protesta in Consiglio Regionale
Per questo il Pd ha presentato una mozione urgente e protestato in Consiglio Regionale, elevando cartelli con scritto "Bando ritirato, bando riaperto, Giunta Fontana = Caos", "vaccini, prenotazioni, centri estivi: tutto per Aria!", "bando centri estivi, nuovo disastro di Aria Spa".






Nella mozione, i consiglieri chiedono per prima cosa di verificare che non vi siano state anomalie anche nella seconda procedura di assegnazione, e di rimodulare le assegnazioni in modo da coprire tutte le domande ammesse e non finanziate. Questo anche prevedendo eventuali ulteriori fondi e introducendo criteri di equità rispetto alla platea dei potenziali destinatari e alle dimensioni dei singoli Comuni.