L'allarme

Ats Insubria: "Chiari segnali di ripresa del contagio. Siamo a un bivio"

Il Direttore Sanitario di Ats Insubria lancia l'allerta: "Non è finita, vediamo un trend preoccupante. I vaccini funzionano, sono l'arma per farcela"

Ats Insubria: "Chiari segnali di ripresa del contagio. Siamo a un bivio"
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Il rialzo dei contagi nelle province di Varese e di Como, come quello in tutta la Lombardia, ha costretto Ats Insubria a interrompere la "pausa" dagli appuntamenti settimanali coi dati dell'epidemia decisa poche settimane fa, quando si sperava di aver lasciato ormai il virus alle spalle. E le notizie non sono tutte ottime.

Ats Insubria: "Chiari segnali di ripresa del contagio"

Si parte dai numeri. Come già evidenziavamo ieri in questo articolo, nell'arco dell'ultima settimana il numero di nuovi casi è raddoppiato rispetto la settimana precedente, passando per il territorio di Ats Insubria da 134 a 256. "Sono dati che ci fanno preoccupare - ha ammesso il Direttore Sanitario Giuseppe Catanoso - L'abbandono delle misure sta provocando un aumento dei contagi. I numeri al momento sono esigui ma il trend ci fa preoccupare, il segnale di ripresa è evidente anche se siamo lontani, fortunatamente, dai livelli di ottobre o di marzo".

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"Siamo a un bivio - ha aggiunto il dottor Bulgheroni - sta a noi decidere se tornare indietro o andare avanti. Se ci vacciniamo e continuiamo a rispettare norme e regole ne usciremo altrimenti rischiamo di tornare a chiusure, terapie intensive piene e figli a casa in DaD. Abbiamo tutti gli strumenti per evitarlo".

I positivi: vaccinati o no?

Dall'analisi dell'evoluzione dei nuovi casi nel tempo si nota come l'età media stia tornando ad alzarsi: a fine giugno i positivi erano prevalentemente della fascia 18-24 e 35-40, ora si sta tornando a una maggiore incidenza tra i 50-64enni. Che sono anche la fascia meno coperta dai vaccini tra quelle a rischio.

Ma i vaccini servono o no? I dati forniti da Ats Insubria, esigui visti i relativamente pochi positivi, sono comunque indicativi: dei 394 nuovi casi, 214 non erano stati vaccinati e 180 avevano ricevuto almeno una dose. Di questi 180, 67 avevano completato il ciclo vaccinale e a loro volta di questi solo 8 avevano sintomi che comunque non hanno richiesto l'ospedalizzazione. "Si tratta nella maggior parte di casi di soggetti individuati casualmente - ha aggiunto Catanoso - magari perchè tamponati prima di un'operazione in ospedale".

Una trentina invece le varianti Delta individuate, numero che potrebbe crescere nei prossimi giorni mano  amano che arriveranno i dati del sequenziamento degli ultimi tamponi eseguiti.

"I dati, empirici, confermano che i vaccini fanno quello che promettono: ridurre il coronavirus a poco più di un'influenza. Che come tutte le influenze lascerà dei morti sul campo, ma senza determinare una strage come quella vista nell'ultimo anno e mezzo. Lo vediamo dai nostri piccoli dati, lo notiamo chiaramente se guardiamo ai dati del Regno Unito che a parità di nuovi casi giornalieri oggi, grazie ai vaccini, ha un numero di ospedalizzazioni esiguo rispetto a qualche mese fa, circa un decimo. Lo stesso Israele. Boris Johnson il 19 luglio riapre tutto e non lo fa perchè è un folle ma perchè i vaccini funzionano".

"Caccia" ai sanitari no-vax

Intanto Regione e Ats spingono a fondo sulle vaccinazioni. Tre le iniziative in campo in questi e nei prossimi giorni: la possibilità per gli over60 non vaccinarsi di presentarsi senza prenotazione negli hub e ricevere Johnson&Johnson, quella per insegnanti e operatori scolastici di fare lo stesso, dal 17 luglio al 21 ricevendo Moderna e l'apertura dal 22 luglio al primo agosto di nuovi slot dedicati ai 18-60enni per il vaccino con Moderna. A questi si aggiungeranno gli slot, circa 50mila, dal 23 agosto al 12 settembre per gli studenti dai 12 ai 17 anni.

In questi giorni, invece, si stanno inviando i primi accertamenti sui sanitari che ancora non si sono vaccinati nonostante l'obbligo di legge. Catanoso non fornisce, per il momento, numeri data la difficoltà delle operazioni di accertamento.

"La legge prevede l'invio di due inviti al vaccino, e tra il primo e il secondo abbiamo visto una buona quota di adesione - ha precisato - C'è ancora chi non ha risposto, e ora andremo a verificare le motivazioni fornite perchè prima di inviare l'accertamento, e quindi sospendere dal servizio, dobbiamo essere certi che sia realmente 'in difetto' rispetto alla legge. Noi comunque andremo avanti, nonostante i ricorsi che arriveranno e che stanno arrivando. La legge dev'essere rispettata, che piaccia o meno".

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