Frera gremita per Andrea Vitali, ultimo successo prima dello stop
La serata del Premio Chiara dedicata all' ultima opera "Un uomo in mutande", dello scrittore lombardo che scrisse alcuni mesi fa un libro per raccogliere fondi per la ricerca contro il Covid.
Andrea Vitali settimana scorsa è ri-tornato a Tradate e nell'ambito del premio Chiara ha incontrato il folto pubblico della Frera a cui ha presentato l'ultima opera ma anche l'antologia "Andrà tutto bene" scritta durante la pandemia per raccogliere fondi per la ricerca contro il Covid.
Frera gremita per Andrea Vitali
Ottimo successo per la serata del Premio Chiara dedicata ad Andrea Vitali nella biblioteca tradatese Frera. Sala gremita e pubblico attentissimo per l’intervista allo scrittore lombardo. Tanti i temi toccati nel corso della serata (presentata dall'assessore alla cultura Erika Martegani), primo tra tutti “Un uomo in mutande”, la nuova opera di Vitali che vede tornare nelle vesti di protagonista il maresciallo Maccadò e la bellissima Bellano degli anni Trenta. “L’ispirazione — racconta lo scrittore — è arrivata da una notizia a dir poco singolare che ho intercettato in un quotidiano dell’epoca: nell’articolo, si parlava del rifacimento della rete fognaria della mia città, annunciata dal giornalista con imperiale altisonanza. Questo è stato il punto di partenza per costruire un’altra storia, un “racconto di corna”: un giovane con problemi psichici vede nella notte un uomo in mutande, che altro non è, poi, che un fedifrago in fuga dalla casa dell’amante. L’appuntato Misfatti accoglie la testimonianza del ragazzo e coinvolge il maresciallo Maccadò in un’appassionante indagine”.
"Tempi difficili, perché non reinterpretarli col sorriso?"
Di non minore importanza, l’antologia “Andrà tutto bene”, scritta da vari autori durante la pandemia per raccogliere fondi per la ricerca contro il Covid. “Ho partecipato molto volentieri — spiega Vitali — con un racconto, un inno al mio territorio che ha visto nascere me e i miei personaggi. Sono sempre stato molto attento a tenere l’emergenza sanitaria fuori dalla narrativa: la pandemia ho preferito più viverla sul campo che sulla carta, supportando i miei colleghi medici. Ho da poco stretto una collaborazione con Il Fatto Quotidiano in cui, per la prima volta, parlerò dei temi legati a questa situazione, di come si è riflessa sulla società: scriverò racconti su un’improbabile didattica a distanza tra casalinghe lombarde e su un lockdown ante-litteram ambientato nel Seicento. Sono tempi difficili: perché non reinterpretarli con un sorriso?”.
Il Covid frena gli eventi
Il secondo appuntamento con il Premio Chiara, dedicato al centenario di Gianni Rodari, che avrebbe dovuto tenersi ieri sera sempre in Frera è stato annullato a causa delle nuove regole imposte dal Dpcm .