L'amica della mamma di Daniele: "Il bambino non era a suo agio, diceva che il papà era cattivo"
L'amica non ha dubbi: "Era lucido ed ha architettato tutto"
Ieri, martedì, nella trasmissione Pomeriggio 5 è stata intervistata Katiuscia, amica di Silvia, la donna che sabato è stata accoltellata dall'ex marito dopo che questo aveva ucciso il loro figlio, Daniele.
L'amica di famiglia: "Daniele diceva che il papà era cattivo"
Uno sguardo sulla vita di una famiglia prima di una tragedia incomprensibile, quello dato ieri da Katiuscia Ferrara a Pomeriggio 5. La donna, che da subito dopo la tragedia è vicina alla mamma, Silvia, ricoverata per le coltellate ricevute dall'ex marito Davide Paitoni e strappata per sempre all'abbraccio di suo figlio, ha raccontato il clima che si viveva nella famiglia prima di quel sabato di sangue.
Silvia Gaggini e Davide Paitoni vivevano separati dalla scorsa primavera. Lei si era trasferita con Daniele dai genitori, a Gazzada, lui non si dava pace per la fine della relazione. Nel mezzo anche una denuncia mossa dalla donna contro l'ormai ex.
Per i primi mesi, la mamma non ha voluto interrompere il rapporto tra padre e figlio. "Per me - racconta l'amica - è stata fin troppo paziente".
"Daniele non era evidentemente a suo agio con il papà, ma non capivamo perché. Pur essendo un chiacchierone, quando si trattava di raccontare quello che accadeva quando stava con il padre si chiudeva in se stesso e diceva solo che era cattivo".
Poi, l'episodio di novembre in cui al termine di una colluttazione Davide avrebbe colpito con un coltello un collega, finendo agli arresti domiciliari in attesa del processo. "Dopo quell’episodio Silvia aveva deciso di tenere Daniele lontano dal padre - ha continuato Katiuscia - Lui però, pur essendo agli arresti domiciliari, aveva ottenuto il permesso di vedere il piccolo senza limiti di orario e tempo".
L'allontanamento di Daniele dal padre è durato tre settimane, in cui "Daniele era tornato sereno". L'indomani, la visita dal padre e l'omicidio. "Daniele non voleva andare con il papà". Sarà ora il processo che sarà istruito a chiarire i contorni e le motivazioni di un gesto tanto atroce. Un raptus? Un gesto premeditato per punire l'ex moglie? L'amica di famiglia non ha dubbi:
"Era lucido ed ha architettato tutto. Anche la cocaina lasciata in auto fa pensare a qualcosa di programmato e poi ci sono i messaggi vocali mandati a Silvia mentre era già in fuga".