"Trame oscure secondo la Lega ma la tragedia si volge in farsa tinta di umorismo"
Più che una "strategia della tensione", il consigliere di minoranza vede "una vecchia e sdrucita tecnica di manipolazione del consenso utilizzata in genere dai regimi dittatoriali"
Dopo il collega Francesco Banfi anche il consigliere Alfonso Indelicato prende in esame il comunicato della Lega che, in merito ad alcuni atti vandalici seguiti all'ordinanza di chiusura del parchetto di via Da Vinci, era arrivato a parlare di "strategia della tensione".
Disturbi e assembramenti nel parchetto, l'Amministrazione invece di controllare chiude
Indelicato parte da quanto, da anni, lamentato dai residenti: il disturbo della quiete specialmente in orari notturni ai danni dei residenti proveniente dal parchetto di via Da Vinci. Disturbo che ha origine in "giovani bivaccanti che sbevazzano e rumoreggiano", riprende il consigliere.
"Nihil sub sole novi (nulla di nuovo sotto al sole, ndr): è vicenda che ormai coinvolge ogni località italiana, dovunque vi sia un lembo di parchetto e una panchina - prosegue Indelicato - Cosa farebbe un’amministrazione degna di questo nome? Incaricherebbe la Polizia Locale di effettuare un paio di blitz in loco, sanzionare economicamente ed amministrativamente i fanciulloni e riconsegnarli in pacco dono, se minorenni, ai loro genitori. La reazione dell’Amministrazione saronnese è stata però diversa, anche se ricalcante modalità a lei consuete: ha cercato di inibire l’ingresso nei luoghi del misfatto mediante transenne e nastri segnaletici".
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Per vietare i disturbi, chiuso il parco a tutti
La chiusura però non ha colpito certo solo i "giovani bivaccanti che sbevazzano e rumoreggiano" ma anche chi quell'area la frequentava di giorno, soprattutto in queste settimane di Fase 2 e Fase 3 dell'emergenza Covid. E infatti Indelicato racconta che, già l'indomani della chiusura, "si è verificata quella che si potrebbe chiamare 'la rivolta delle mamme e dei nonni'. Questi, giustamente imbufaliti per il divieto di ingresso in una zona che di notte sarà pure problematica, ma di giorno è pascolo per i bambini e i loro accompagnatori, si sono riappropriati della zona che era stata loro interdetta".
Strategia della tensione? Da parte di chi?
Dalla chiusura al "disegno preciso per destabilizzare le istituzioni democraticamente elette" denunciato dal segretario della Lega cittadina Claudio Sala, a suo dire una vera e propria "strategia della tensione". Un richiamo agli Anni di Piompo fatti di bombe, attentati e reali tentativi di destabilizzare l'ordine che secondo il Carroccio si rivedrebbe anche in alcuni fatti avvenuti nei giorni scorsi nel parchetto, tra cui il danneggiamento di una rete messa dal Comune a confinamento di un'area.
"Quali sarebbero le oscure e interessate trame tessute all’ombra del Santuario? - chiede Indelicato - Nel comunicato si lamenta che 'si verificano strani episodi, anche durante il giorno, sempre nella stessa zona; uno di questi è il danno delle recinzioni posizionate dall’amministrazione per chiudere l’area sensibile a ridosso di un cantiere'. Insomma sono trame davvero diaboliche quelle che hanno come epicentro gli spelacchiati praticelli del Matteotti. Cui prodest? è la domanda di rito in casi del genere: a chi giova? Il pensiero corre veloce all’opposizione: vuoi vedere che nottetempo Gilardoni, Casali, Vanzulli, Banfi, Licata, Riva e Indelicato, con ben temprate cesoie, aprono varchi negli argini eretti dal governo cittadino a difesa delle aree devastate?".
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Nemici esterni per nascondere mancanze interne
Secondo il comunicato di Sala e della Lega, gli episodi che proverebbero questa "strategia della tensione" "non sembrano riconducibili alla movida, ma ci sembra siano volti ad inquietare i residenti, a spaventarli, a mostrare un’allarmante situazione di degrado che improvvisamente esplode a poche settimane dalle elezioni amministrative".
"Ecco svelato il piano - conclude Indelicato - il degrado sarebbe prodotto ad arte per gettare discredito sull’amministrazione e di conseguenza la sconfitta dell’attuale maggioranza alle prossime comunali. Chi ha studiato un po’ di storia sa che quella di incolpare dei propri insuccessi “oscure trame”, o “quinte colonne” o ancora “la reazione in agguato”, i “disfattisti”, gli ebrei, i kulaki o altri nemici interni, è una vecchia e sdrucita tecnica di manipolazione del consenso utilizzata in genere dai regimi dittatoriali, ma non solo. Chi se ne appropria è evidentemente in grande affanno,e teme la propria fine politica. Storicamente essa ha prodotto vere e proprie tragedia, con persecuzioni ed eccidi. A Saronno,secondo il noto aforisma marxiano, la tragedia si volge in farsa, e come tale, fra transenne divelte e nastri strappati, si tinge di involontario umorismo".