Tassa sanitaria per i frontalieri, volantinaggio dem a Gaggiolo: "I problemi della sanità non si risolvono derubando i frontalieri"
Astuti e Bernardoni: "E' l’ennesima penalizzazione che colpisce il lavoro frontaliero"
Il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti e la segretaria provinciale dem Alice Bernardoni, insieme a un gruppo di simpatizzanti, si sono trovati al valico di frontiera di Gaggiolo per denunciare l'introduzione del pagamento di una ulteriore tassa sanitaria per i frontalieri che, per compartecipare al Servizio Sanitario Nazionale, devono pagare una quota alla Regione di residenza che va da un minimo del 3% ad un massimo del 6% dello stipendio netto percepito in Svizzera.
Tassa sanitaria: "Ennesima penalizzazione per i frontalieri"
“Una decisione totalmente in contrasto con l’accordo fiscale Italia-Svizzera e non condivisa con le parti sociali, con i sindacati o con i politici del territorio – attaccano gli esponenti dem –. L’ennesima penalizzazione che colpisce il lavoro frontaliero, regolato da un accordo che questa norma rischia di violare”.
L'intervento di Alice Bernardoni
L'intervento di Samuele Astuti
“I frontalieri sono già stati colpiti dalla riduzione del lavoro da casa, con un solo giorno a settimana invece di due – spiegano i dem – inoltre, con la nuova norma, si introduce la cosiddetta ‘frazione di giorno’, cioè l’obbligo di pagare le tasse allo Stato in cui si trascorre la maggior parte del tempo e non avrebbe più importanza dove si lavora e si produce reddito, ma solo quanto tempo si trascorre in uno Stato piuttosto che nell'altro. In questo modo, verrebbe abolito il concetto stesso di frontalierato e anche i ‘vecchi frontalieri’, che secondo il nuovo accordo fiscale hanno mantenuto la possibilità di pagare le tasse solo in Svizzera, si potrebbero trovare in difficoltà”.
"Regione felice di mettere le mani in tasca ai frontalieri"
“Come gruppo regionale del Pd – sottolinea Astuti - abbiamo già posto la questione anche alla giunta lombarda, ma l’assessore al Welfare si è detto totalmente d’accordo con l’operato del governo nazionale, reputando questa una decisione addirittura ‘sacrosanta’ e dimostrando che Regione Lombardia sarà ben felice di mettere le mani nelle tasche di decine di migliaia di frontalieri, pensando di risolvere così problemi molto seri, come quello degli stipendi del personale sanitario nelle zone di frontiera, che dovrebbero essere risolti in altro modo”.