Stop dalla Commissione Bilancio allo psicologo di base in Lombardia: niente finanziamenti
Niente fondi, niente inserimento nelle Case di Comunità: non spetta alla Regione istituire la figura dello psicologo di base
Quello per l'istituzione dello psicologo di base sarebbe dovuto essere un progetto di legge col quale, si auspicava dopo l'approvazione in Commissione Sanità il presidente Emanuele Monti, la Lombardia avrebbe potuto fare "da traino alle altre regioni". Invece, non riceverà nemmeno un euro: lo stop dalla Commissione Bilancio: non spetta alla Regione istituire una nuova figura professionale, ma allo Stato.
Stop in commissione Bilancio allo psicologo di base
Quindici giorni dopo il via libera in Commissione Sanità, lo stop in quella Bilancio. Lo psicologo di base "Made in Lombardia" non s'ha da fare in quanto non è possibile finanziare col fondo sanitario regionale una figura che non è stata istituita dallo Stato.
Per il finanziamento del progetto, a prime firme Tironi (Forza Italia) e Carretta (Azione), si prevedeva una spesa di 12 milioni di euro.
Mammì (M5S): "Progetto confuso, incompleto e in conflitto con la normativa"
Una bocciatura annunciata e prevedibile secondo il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Gregorio Mammì, che ricorda le segnalazioni già fatte in sede di discussione in Commissione Sanità riguardo un documento "che abbiamo subito segnalato essere confuso, incompleto e in conflitto con la normativa Nazionale e gli obiettivi del PNNR".
"Ieri - spiega il consigliere pentastellato - è arrivata la conferma dalla giunta regionale che: “segnala l’impossibilità di confermare la copertura finanziaria del pdl in oggetto” e che “non è percorribile l'ipotesi dell’utilizzo del fondo sanitario mancando il presupposto giuridico per l'istituzione a livello regionale della nuova figura che la norma vorrebbe introdurre nel SSR” e non si possono nemmeno utilizzare i fondi del PNRR perché non si tratta di investimenti. Insomma, il centrodestra ha presentato un progetto di legge senza le coperture finanziarie e infatti è stato bocciato.
Purtroppo, c’è da segnalare come un argomento così importante sia stato trasformato in spot elettorale per titoli sensazionali quando sia la giunta Fontana che l’ex assessore Moratti nei fatti hanno svuotato strutture territoriali e ospedaliere di psichiatria.
L’esempio pratico è l’ospedale di Melzo dove sono stati spesi milioni di euro per ammodernarne l’immobile, per poi chiudere il reparto di psichiatria perché i pochi medici disponibili hanno preferito licenziarsi, invece che lavorare in pessime condizioni. Sarebbe ora che si iniziasse a trattare seriamente il tema e non solo a scopi elettorali, perché negli ultimi anni una rete territoriale di supporto psichiatrico si è resa ancora più necessaria, per i danni lasciati dalla pandemia”.