Piazza Mazzini, incontro pubblico giovedì sera con il Comitato e l'agronomo Zanzi
Giovedì sera l'agronomo Zanzi sarà in piazza Mandela insieme al Comitato per spiegare le ragioni del "no" al progetto del Comune
Il clima in città si fa caldo, e non solo per la stagione estiva. Ad agitare il dibattito a Tradate c'è il progetto per la riqualificazione di piazza Mazzini che prevede l'abbattimento di buona parte degli alberi oggi presenti (di tutti quelli all'interno della piazza e, almeno, di quelli su corso Bernacchi) e il Comitato sorto in difesa delle piante che chiede all'Amministrazione di rivedere il progetto.
Piazza Mazzini, appuntamento giovedì col Comitato
Nei giorni scorsi il Comitato ha fatto sapere di avere dalla sua l'esperienza autorevole dell'agronomo Daniele Zanzi, ex vicesindaco di Varese, che ha stilato una prima, e preliminare, contro-relazione a quella fatta effettuare dal Comune (ne abbiamo parlato qui). Dalle pagine dei giornali, dei social e dai banchetti a sostegno della raccolta firme contro il progetto, il Comitato passa alla piazza: giovedì 1 luglio alle 21, in piazza Mandela, si terrà un incontro pubblico con Zanzi che spiegherà le criticità della relazione "comunale", tanto forti da mettere in dubbio, secondo il Comitato, il via libera al progetto.
"Sì a una riqualificazione, no agli abbattimenti selvaggi"
Dal Comitato, intanto, precisano di non esser contrari a un intervento di riqualificazione della piazza Mazzini. Ma, precisano, "ci opporremo fermamente a qualsiasi tentativo di abbattimento selvaggio e ingiustificato di tutti gli alberi storici (e sani) del parco". "L'agronomo incaricato dal Comune ha effettuato un'indagine speditiva - ricordano dal Comitato, che nei giorni scorsi ha diffuso una lettera aperta per chiedere risposte all'Amministrazione - che significa un'analisi veloce, basata solo sull'osservazione visiva. Come può un'amministrazione pubblica avallare l’abbattimento di importanti piante del parco, in funzione di un’analisi speditiva senza test e analisi più approfondite che che possano valutare in maniera oggettiva la pericolosità delle piante?"
"Per fare un esempio, è come se un bravo e apprezzato medico, a fronte di un paziente anziano che presenta lievi sintomi riscontrabili ad una prima indagine speditiva, formulasse una diagnosi definitiva e prescrivesse una terapia drastica senza rimandare il paziente stesso ad analisi strumentali più specifiche e approfondite".
Come già anticipava la relazione di Zanzi, anche il rischio di danneggiamento delle radici a causa degli interventi sui sottoservizi sarebbe sovrastimato, o comunque evitabile con "tecniche non invasive che consentirebbero di operare senza danneggiare l’impianto radicale delle piante e quindi senza il rischio di comprometterne la stabilità" o trovando "lo spazio per soddisfare questa esigenza (intervenire sui sottoservizi) laddove non si crea pericolo per la stabilità degli alberi".