Niente buoni spesa a Saronno. Il sindaco: "Non daremo soldi ai cittadini ma beni essenziali"
Il sindaco: "Rispetto all'anno scorso riceveremo solo 95mila euro in più"
Polemica aperta col Governo a Saronno dopo lo stanziamento dei fondi per l'emergenza alimentare: tra tagli e trasferimenti aggiuntivi, il "netto" è di 95mila euro. E il Comune decide: niente buoni spesa.
Buoni spesa, Fondo di Solidarietà e tagli: polemica
Ormai è scontro fra i sindaci Lega e il Governo Conte, coi primi che non hanno preso bene la notizia della mera anticipazione del Fondo di Solidarietà Comunale (soldi che già sarebbero arrivate nelle casse dei Municipi fra un paio di mesi) nè la suddivisione del 400 milioni messi a disposizione per far fronte all'emergenza alimentare. Già Andrea Cassani, sindaco di Gallarate, aveva posto ieri l'accento su una ripartizione che, a suo dire, penalizza chi è chiuso da due mesi dando più soldi al Sud. Ora è Alessandro Fagioli, primo cittadino di Saronno, a fare un po' di conti. Ripartendo da un'altra polemica ancora aperta col Governo, quella dei tagli allo stesso Fondo di Solidarietà comunale.
"Qualcosa non torna. A noi solo 95mila euro"
"Nel 2019 il fondo di solidarietà comunale assegnato alla Città di Saronno ammontava a 2.899.638,98 euro - spiega Fagioli in un post su Facebook - Nel 2020 è di 2.786.156,52 euro. È una cifra già prevista a bilancio. La differenza di trasferimento dallo Stato al Comune a sfavore di noi saronnesi è di 113.482,46 euro dal 2019 al 2020. Per sopperire a questo taglio abbiamo per fortuna e bravura generato ulteriori risparmi e razionalizzazioni. Il fondo di solidarietà alimentare causa covid19 annunciato dal governo è di 208.961,15 euro per la nostra città. C'è qualcosa che non torna, senza voler polemizzare, se prima si taglia e poi si aggiunge, la vera aggiunta per l'emergenza considerato il taglio sopracitato è di 95.478,69 euro".
Buoni spesa, centralini roventi
E a Saronno come in tutti i Comuni non mancano i cittadini che hanno da subito chiesto di poter ricevere i buoni spesa finanziati dal Governo con i 400 milioni per l'emergenza alimentare. Buoni da 300 euro distribuiti a cittadini in estrema difficoltà, "selezionati" dal Comune, che già non accedono ad altre forme di sostegno.
"Questa mattina - spiegava ieri Fagioli - il centralino del Comune era rovente per le telefonate di cittadini che chiamavano pretendendo 'i soldi dati ai comuni dal governo come ha detto Conte alla televisione'. Mi dispiace ma non è proprio così come è stato inteso. Non verranno elargiti soldi ai cittadini. Si sta predisponendo l'acquisto di beni essenziali per persone in vera difficoltà. La giunta e gli uffici stanno lavorando per predisporre le modalità di intervento".
Si può? Sì, si può. I fondi per l'emergenza alimentare potranno infatti essere usati dai Comuni in due modi: tramite appunto buoni pasto da utilizzare in "negozi indicati dai Comuni", oppure per l'acquisto da parte degli stessi Comuni di beni essenziali e di prima necessità da distribuire ai cittadini che ne faranno richiesta e ne avranno diritto.