Nel 1996/’97 venne realizzata la fognatura in via Dante ad Abbiate. “Si agì con oculatezza scavando manualmente e i tigli del viale vennero salvati”. L’ingegner Maria Vittoria Coletto porta la sua esperienza nel campo della salvaguardia degli alberi, argomento oggi di estrema attualità in città. E lancia un appello: “Tutto è possibile, basta volerlo”.
La fognatura di via Dante: “Non intaccò il viale”
“Rifacendomi alle recenti perplessità sulla conservazione delle radici e sulla stabilità del filare di piante lungo corso Bernacchi a seguito della posa di nuova fognatura, porto la mia esperienza in qualità di progettista e direttore dei lavori di costruzione delle opere di completamento ed ampliamento della fognatura di Abbiate”. Opere realizzata in via Dante e via Canova nel 1996/’97. L’ingegnere Maria Vittoria Coletto, consulente del comitato in difesa degli alberi di piazza Mazzini (sostenuto da quasi 5 mila firme)

“Via Dante è una strada larga solo 6,00 m. fiancheggiata su entrambe i lati da filare di tigli centenari. L’intervento realizzato nei primi mesi del 1996 è consistito nella posa di un tubo fognario in calcestruzzo con diametro di m. 1,50. Lo scavo ha avuto larghezza di m. 3,50 e profondità di m. 4,50. Un’opera veramente ragguardevole. Non essendoci in quei tempi l’obbligo di utilizzo del blindo-scavo cioè della doppia parete metallica a sostegno ed a protezione dello scavo, erano frequenti dei franamenti quando agiva l’escavatore con conseguente messa a nudo delle radici Nonostante tali difficoltà e l’assenza degli attuali ausili a supporto, l’aver agito con oculatezza scavando anche manualmente e nel periodo non vegetativo, ha permesso di completare l’opera salvaguardando tutti i tigli.
La conclusione: “Se si vuole tutto è possibile. Basta volerlo. Ed io l’ho voluto”.