Commissione europea

Falso miele cinese in Italia, un danno per gli apicoltori varesini: "eurointerrogazione" di Tovaglieri

Nei giorni scorsi la Cia-Agricoltori ha denunciato l'arrivo di 80mila tonnellate di prodotto "contraffatto" dall'Oriente

Falso miele cinese in Italia, un danno per gli apicoltori varesini: "eurointerrogazione" di Tovaglieri
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Creato in laboratorio, senza api ma con lo sciroppo di zucchero e rivenduto come miele a prezzi irrisori. Il falso miele che dalla Cina sta inondando il mercato italiano mette in crisi gli apicoltori e in particolare quelli della provincia di Varese. Una frode alimentare che gli eurodeputati della Lega stanno portando a Bruxelles.

Falso miele cinese, interrogazione leghista in Europa

"Siamo preoccupati per la recente importazione in Italia di 80mila tonnellate di falso miele cinese, prodotto in laboratorio e adulterato, che può costituire in pericolo per la salute dei cittadini e rappresenta una forma di concorrenza sleale verso i produttori di miele autentico".

L'eurodeputata leghista Isabella Tovaglieri è tra i firmatari di un'interrogazione a Bruxelles sull'allarme lanciato dal mondo degli apicoltori (in particolare dalla Cia-Agricoltori) circa il prodotto realizzato in Cina che mette a rischio la produzione e il mercato nazionale. In particolare quello varesino, che rappresenta il 13% della produzione lombarda. "Un nettare di pregio - ricorda Tovaglieri -  definito 'l’oro delle Prealpi' fin dai primi del Novecento, la cui eccellenza è stata riconosciuta con uno dei due soli bollini DOP assegnati sul territorio nazionale".

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"Pessima qualità"

"Il miele prodotto in Cina è di pessima qualità – spiega Tovaglieri - con quantità di sciroppo di zucchero superiore al consentito, realizzato in laboratorio a costi irrisori, con manodopera sottopagata, per lo più bambini. Per questo viene venduto al prezzo di 1 euro al barattolo, 3-4 euro in meno del miele prodotto dagli apicoltori italiani con procedimenti naturali".

Un prezzo insostenibile per i produttori locali e che attira, inevitabilmente, i consumatori convinti di star acquistando comunque del miele sano e buono.

"Alla Commissione europea chiediamo quindi di chiarire come intende salvaguardare il mercato e la produzione di miele italiani ed europei da questa forma di concorrenza sleale - spiega Tovaglieri - e quale tipo di controlli alle frontiere pensa di adottare per difendere i consumatori da questo prodotto contraffatto, difficilmente identificabile. Bisogna agire in fretta, a tutela degli agricoltori italiani e dei cittadini, soprattutto dopo che il consumo di miele è aumentato del 45% nel periodo della pandemia".

"Tracciamento in etichetta"

"Alla luce di questo nuovo allarme sul fronte alimentare – conclude l’eurodeputata lombarda - è oggi più che mai urgente e necessario introdurre l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza delle materie prime con cui vengono realizzati i prodotti che giungono sulle tavole italiane ed europee, come la Lega chiede da tempo a gran voce in tutte le sedi comunitarie".

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