Lettera aperta

Tatuatori ancora in lockdown, lettera aperta del "Guz" di Tradate: "Dimenticati dalla Regione"

Nessuna menzione nei protocolli e nelle ordinanze di Regione: la chiusura per gli studi di tatuaggi prosegue a data da destinarsi.

Tatuatori ancora in lockdown, lettera aperta del "Guz" di Tradate: "Dimenticati dalla Regione"
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Lunedì sono tornati al lavoro (quasi) tutti: bar, estetisti, parrucchieri. Via libera dal Governo e dalla Regione, che però si è "dimenticata" i tatuatori.

Tatuatori in lockdown, perchè?

Tatuaggi ancora vietati in Lombardia a causa del coronavirus. Nei protocolli definiti dalla Regione per la riapertura delle diverse attività, chiuse da inizio marzo, manca infatti ogni indicazioni per gli studi di tatuatori, che quindi dovranno restare chiusi fino a data da destinarsi. Il settore infatti a differenza di palestre e piscine (che in Lombardia riapriranno da giugno) non viene nemmeno menzionato tra i documenti regionali. Per quale motivo? Come già raccontato in occasione delle proteste dei commercianti delle scorse settimane, gli accorgimenti di sicurezza per i tatuatori rispetto all'epoca "pre-covid" sarebbero minimi: già lavoravano su appuntamento, con guanti e mascherine e attrezzi sterili. La "non decisione" della Regione resta quindi un mistero, che sa quantomeno di dimenticanza.

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Il "Guz" scrive a Fontana

C'è anche però un altro timore, che il silenzio sul mondo dei tatuatori da parte della regione sia mosso da un'avversione figlia del pregiudizio. Parte da questo sospetto la lettera aperta di Walter Lucchetti, il titolare del "Guz Tattoo" di Tradate, diretta al Presidente della regione Attilio Fontana:

"Gentile Sig.Fontana
Le scrive un tatuatore. Sa chi siamo? Non so se ci conosce... siamo quelli dei film che, in una bettola sporca e fumosa, tatuano il ribelle di turno. Siamo quelli che vengono odiati dalle mamme e dai papà. Siamo quelli che hanno seeempre a che fare con carcerati e drogati. Siamo quelli che al porto tatuano in mezzo ai topi e all'alcool.
O forse no?
Forse siamo una realtà che ha origini religiose, pagane o sciamaniche dalla notte dei tempi (ha presente Otzi, la mummia del Similaun? Beh ,ha sui 5000 anni ed era tatuato, come le regine d'Egitto, i reali d'Inghilterra e, si, anche (probabilmente) il suo autista o la cameriera a casa.
Forse siamo una realtà regolarmente iscritta alla camera di commercio con codice Ateco 96.09.02 e dotati di regolare permesso asl con norme che ci equiparano al medico (abbiamo standard di maggiori di parrucchieri, ad esempio).
Forse siamo una realtà che paga le tasse, i rifiuti speciali, le sanificazioni, le bollette luce gas telefono internet. Forse siamo Famiglie, che hanno la pretesa di mangiare e vestirsi o pagare il bollo auto.
Ma forse... Lei si è dimenticato di noi. Oggi aprivano tutti, anche parrucchieri ed estetisti. Giusto. Ma noi no. Noi, in Lombardia no. Durante tutta la crisi non abbiamo MAI ricevuto un indicazione sui nostri modus operandi ma ora ci viene imposto lo stop. Perché?
Torno al...Forse per lei i tatuaggi non servono, anzi, magari è anche un bene che ci siano dei malfattori con una farfallina sulla spalla in meno. Ma questa, forse, è un' opinione personale. La Nostra è una Repubblica, dal latino Res Publica, ovvero Cosa Comune. Voi siete degli incaricati a proteggere il nostro benessere; in quanto tali avete l'obbligo di fornirci tutto quello che serve per una vita degna. Perché forse a molti i tatuaggi fanno ribrezzo, ma sono un diritto per tutti gli altri, magari non necessario, ma se Lei volesse approfondire, vedrebbe il mondo e l'anima di ciò che nasconde un tatuaggio. Le chiedo di riguardare con coscienza la nostra categoria (e sono vicino anche a tutte quelle categorie ferme ora). Le chiedo di vedere la nostra condizione di guadagno zero dal 10 Marzo. Le chiedo (perché sono educato e a chi lavora per me chiedo, prima di imporre) di modificare la norma e farci aprire in tutta sicurezza (perché le norme che avete dato, noi le utilizzavamo anche prima.
Con (poco) affetto
Lucchetti Walter

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