L'assessore Sertori: "Non torniamo al passato: serve rivoluzione della burocrazia e della Pubblica Amministrazione"
L'analisi dell'assessore: "Costi e inefficenza non più accettabili, solo così possiamo aiutare le nostre imprese e chi lavora"
L'assessore regionale alla Montagna, Enti Locali e Piccoli Comuni Massimo Sertori traccia la linea per la "nuova normalità" da raggiungere con la Fase 2, partendo da imprese, attività produttive e soprattutto riforma della Pubblica Amministrazione.
Fase 2 allo studio
Abbandonata la retorica del "chiudere tutto", anche la Regione Lombardia ora preme da alcuni giorni per ripartire (gradualmente) dopo il 3 maggio, quando scadranno le disposizioni dell'ultimo Dpcm e dovranno iniziarne di nuove. Roma sarebbe già al lavoro con la nuova task force nominata dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte guidata da Vittorio Colao e lo stesso Milano, la Lombardia, con il Tavolo che riunisce la giunta regionale, i capigruppo del consiglio, i Rettori delle cinque migliori università lombarde e le rappresentanze sociali e del mondo produttivo. E da questo Tavolo l'assessore Massimo Sertori indica la via per quella che non dovrà essere una ripartenza ma un nuovo inizio.
Sertori: "Ragioniamo a lungo termine, tutto sarà diverso"
L'assessore Sertori è pragmatico:
"La Fase 2 sarà costituita da vari step. Ci sono ragionamenti importanti da fare da qui al 3 maggio, e considerazioni per i prossimi 2-3 mesi ma anche su quello che sarà il mondo economico, produttivo, finanziario sul medio-lungo termine, almeno fino ai prossimi 18 mesi. E' indubbio che ci sarà un 'ante coronavirus' e un 'post coronavirus': non sarà come premere un pulsante e chiudere è stato sicuramente più facile di quanto lo sarà riaprire. Cambierà il nostro modo di vivere, di socializzare e di lavorare, dovremo organizzare una diversa distribuzione del lavoro e del trasporto pubblico locale. Il nostro approccio a tutto dovrà cambiare, e dovremo fare uno sforzo per ripensare il futuro della Lombardia e dell'Italia nell'Europa e nel mondo".
"Non si torna indietro"
Non una ripartenza ma un nuovo inizio:
"Guardiamoci indietro, raccogliamo gli errori fatti e pensiamo a un futuro dove non li ripetiamo. Non emuliamo il passato, non puntiamo a quello perchè sarebbe un errore tragico: mentalmente, dobbiamo pensare al futuro come se dovessimo partire da zero, in modo rivoluzionario. Utilizziamo questo dramma e questa tragedia come un'opportunità per una vera ricostruzione che dobbiamo prima di tutto ai nostri ragazzi".
Rivoluzione della Pa
Rivoluzionario è forse la parola più azzeccata. E la rivoluzione che auspica Sertori riguarda tutto il Paese, non solo la Lombardia e punta dritto a quella che in tanti hanno indicato come la "zavorra" dell'Italia: burocrazia e Pubblica Amministrazione inefficiente.
"Fino a ieri è indubbio sia stato il sistema produttivo a tenere in piedi il Sistema Italia. Abbiamo un costo della Pubblica Amministrazione che si aggira intorno ai 700 miliardi di euro e al netto dei 70 miliardi di interessi che paghiamo sul debito il resto è costituito da personale e servizi. Costi che sono sostenuti dalle tasse, dal gettito delle imprese, delle partite iva, di chi lavora. Conviene a tutti aiutare questi comparti ma lo è anche innescare riforme, semplificazioni e un'intervento di contenimento di un costo della Pubblica Amministrazione che domani non sarà più sopportabile: serve una riforma vera e rivoluzionaria della PA, della sua efficienza e che intervenga sul suo costo troppo elevato aggravato da una burocrazia non più comprensibile".