Commercio

"Matrimonio" fra sei Comuni e Ascom: nasce il DID Alto Olona

Sei Amministrazioni, circa 250 negozi e un obiettivo comune: difendere, valorizzare e promuovere il commercio dei propri centri

"Matrimonio" fra sei Comuni e Ascom: nasce il DID Alto Olona
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I sindaci lo hanno definito un "matrimonio": Vedano Olona, Castiglione Olona, Venegono Superiore, Lozza, Gornate Olona e Venegono Inferiore uniscono le forze per il loro commercio locale dando vita al DID Alto Olona.

Nasce il DID Alto Olona

Sei Comuni e Ascom insieme per un nuovo Distretto Diffuso di Rilevanza Intercomunale, il DID Alto Olona. La presentazione ufficiale, fine di un percorso "preliminare" durato quasi un anno e inizio di quello concreto di collaboroazione, è stata fatta questa mattina, 4 giugno, all'interno della Sala dei Matrimoni di Palazzo Branda Castiglioni.

Un matrimonio che, ha dichiarato il sindaco di "casa" Giancarlo Frigeri, ci si augura ovviamente funzioni e a lungo, per incentivare, ricostruire e far rinascere il commercio di vicinato dei sei Comuni.

Fare squadra per l'economia cittadina

L'idea è quella di creare una rete fra i Comuni del DID Alto Olona che con iniziative comuni, coordinamento e si spera una buona dose di finanziamenti regionali possa attirare nuove attività, promuovere quelle già esistenti (circa 250) e attirare visitatori e quindi clienti. "Il commercio locale è quello che tiene in vita i nostri centri storici - ha spiegato infatti il sindaco di Vedano Cristiano Citterio - Il momento è difficile ma è un'opportunità per rilanciare le attività e farne nascere di nuove". Ciascun Comune, su questo, fronte, si è impegnato e si sta impegnando a suo modo. Ad esempio Castiglione sta riuscendo finalmente nell'impresa di riportare le attività economiche nel borgo antico strappandolo da un abbandono che rischiava di farlo morire, Vedano Olona nell'ultimo anno ha investito 33mila euro in Vedano Shopping che ha permesso a tutti i negozi di lavorare a domicilio anche durante il lockdown, le due Venegono hanno attivato forme diverse di sgravi e agevolazioni per negozi e partite iva, come ricordato dai sindaci Ambrogio Crespi e Mattia Premazzi...

Col DID le possibilità possono moltiplicarsi. Il Distretto infatti dovrebbe replicare quello che già si fa su altri settori, ad esempio i Servizi Sociali con il Piano di Zona. L'ottica, ha spiegato il delegato Ascom Attilio Aimetti, "non è quella di sei Comuni che lavorano assieme ma di una grande città con sei rioni e zone commerciali da valorizzare con coordinamento e in sinergia. Niente campanilismi".

L'idea era nata oltre un anno fa, già durante la campagna elettorale di Castiglione Olona quando l'attuale vicesindaco Paolo Guerra si confrontò con Massimiliano Moretti, il quale gettò proprio l'idea del DID e in quest'ultimo anno è riuscito a svilupparla coinvolgendo assessori e sindaci.

"Sono grato a chi ha colto la bontà di quell'idea e orgoglioso perchè oggi siamo all'inizio di un percorso importante - ha dichiarato Moretti - Da soli non si va lontano, e le attività commerciali medio-piccole, lo sappiamo, sono da sole. E' necessario fare squadra".

Meno spese, più opportunità

Alcune idee sono già sul tavolo. Da un calendario condiviso di eventi e iniziative per evitare sovrapposizioni e concorrenze alla messa in comune di strutture e attrezzature tra i vari Comuni così da abbattere i costi e liberare risorse da destinare sempre al commercio. O quella di un tabloid mensile cui potranno partecipare le attività commerciali del DID sponsorizzandolo e guadagnando in cambio una pubblicità casa per casa (e online).

Il rapporto con i centri commerciali

Un territorio particolare e un settore delicato. Sei Comuni attraversati dall'asse della Varesina, ormai sempre più un lungo quartiere commerciale costellato di megastore, centri commerciali e attività di vario tipo che spostano la bilancia del commercio dai centri alla periferia dei vari paesi. Non si deve pensare al DID però come un "antagonista" dei centri commerciali, ha spiegato  Premazzi, sindaco di Venegono Inferiore. Paese che, tra quelli coinvolti, conta il maggior numero di centri commerciali di medie dimensioni: "Non deve essere una guerra. Il commercio locale ha un approccio diverso, i suoi pregi e i suoi target, e non ci si deve mettere in competizione con realtà così diverse. Questo matrimonio è l'opportunità per gestire assieme una tematica che non si può più fermare al confine comunale. Si deve fare squadra per preservare e tutelare l'aspetto locale del nostro commercio".

Anche se si tratta di valutazioni da fare, perchè è innegabile che almeno nei primi tempi, i centri commerciali abbiano inferto un durissimo colpo alle attività dei centri. Con un "danno", ha sottolineato Aimetti, "perchè chi costruisce e investe sul territorio non è il Caprotti di turno ma l'artigiano o il commerciante che ha interesse a far crescere il proprio paese e reinveste quanto guadagna nel territorio".

 

 

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