Vaccini e personale, Moratti: "Servono certezze, il personale di Arcuri non s'è visto"
La carenza di entrambi e le incertezze sui loro arrivi sono gli ostacoli principali nella corsa alla somministrazione
Mentre si attendono i dati delle prove di vaccinazione di massa eseguite nell'ex Fiera del Portello a Milano, l'assessore al Welfare di Regione Lombardia Letizia Moratti torna a sollevare due punti "caldi" per la campagna vaccinale: la necessità di avere vaccini e personale a sufficienza. E su entrambe, spiega, i numeri sono "aleatori" ed offrono poche certezze.
Vaccini e personale, Moratti: "Servono certezze"
Lombardia vaccinata entro fine giugno, somministrazioni H24, 7 giorni su 7 al ritmo di oltre 100mila al giorno: come faceva notare anche ieri il sindacato Nursing Up, i piani della Regione per chiudere quanto prima la campagna vaccinale arrivando all'immunità di gregge e con quella, si spera, all'addio alle pesanti restrizioni contro il contagio si scontrano con la realtà: per farcela, serve personale. Tanto e, se si vuole stare nei tempi annunciati, subito.
"Arcuri ha previsto arrivo in Lombardia di personale sanitario, ma a oggi non si è visto nessuno - ha dichiarato Moratti - La Lombardia è pronta, ma urge personale e la certezza di avere a disposizione vaccini sufficienti per avviare le somministrazioni".
In base ai numeri previsti dal Commissario Straordinario per l'emergenza a febbraio dovrebbero arrivare 123 unità di personale a supporto per le somministrazioni (medici e infermieri). Tra giugno, luglio e agosto altri 2.544 al mese.
"Non è possibile – rimarca Moratti – fare affidamento su numeri totalmente aleatori. È già stata richiesta più volte la pianificazione relativa alla gradualità degli arrivi del personale, ma non abbiamo mai ricevuto risposta".
Il problema delle dosi
E poi c'è il problema delle dosi. Ad oggi, martedì 9 febbraio, in Lombardia ne sono state consegnate 474.870, utilizzate (al netto della famosa "sesta dose" per il 92,6%. Per il mese di febbraio sono previste complessivamente 675.952 tra Pfizer, Moderna ed AstraZeneca, per i mesi successivi ancora non si sa. Va da sè che con questi numeri i ritmi necessari per gli obiettivi lombardi non saranno mai raggiungibili. Motivo questo per il quale Moratti nei giorni scorsi aveva chiesto al Commissario Arcuri di valutare l'utilizzo del vaccino russo Sputnik V, che però richiede un (non scontato) via libera dall'Ema e dall'Aifa, le agenzie del farmaco europea e italiana.
"L’incertezza dell’approvvigionamento programmato delle dosi costituisce per la Lombardia un grave ostacolo all’organizzazione di una macchina che non può permettersi rallentamenti - conclude l'assessore - Men che meno stop improvvisi in una fase delicatissima come quella della vaccinazione di massa. Necessitiamo non solo di rassicurazioni, ma di certezze concrete".