Tragedia Mottarone: primo maxi risarcimento per il piccolo Eitan
L'assicurazione che copriva l'impianto avrebbe messo a disposizione dei risarcimenti il massimale previsto dal contratto
I contatti si sono protratti per mesi ma ora pare siano in a arrivo i primi risarcimenti ai familiari delle vittime della tragedia del Mottarone.
Le prime quote
Per il piccolo Eitan, l’unico sopravvissuto all’incidente della funivia del maggio 2021 che ha causato la morte di 14 persone, la cifra sfiorerebbe 1 milione di euro. Già nelle prossime settimane, si legge, arriveranno le prime quote.
Reale Mutua, che assicura Ferrovie del Mottarone, la società dello stresiano Luigi Nerini che aveva in concessione l’impianto, avrebbe messo a disposizione dei parenti più stretti il massimale previsto dal contratto, ovvero 10 milioni di euro. L’accordo al momento riguarderebbe circa 60 familiari.
Per Eitan, che nello schianto perse i genitori e il fratellino, la cifra di un milione sarebbe soltanto un acconto, andrebbe ancora valutato, infatti, il danno psicologico. Nulla preclude a tutti i familiari delle vittime di costituirsi parte civile nel processo che verrà.
«Abbiamo lavorato con l’unico obiettivo di giungere a un risultato il più in fretta possibile», ha spiegato l’avvocato Maurizio Curti che, insieme al collega Giovanni Gazzola, ha condotto la mediazione coi legali delle parti civili. L’accordo non sarebbe stato sottoscritto da Ferrovie del Mottarone: la società avrebbe ritenuto insufficiente, o comunque non congrua, la valutazione dalla compagnia assicurativa.
L'inchiesta prosegue
Ferrovie del Mottarone, va ricordato, non è l’unica società chiamata in causa. Nel registro degli indagati (14 in tutto) è iscritta anche la Leitner, società altoatesina responsabile degli interventi di manutenzione. L’inchiesta intanto prosegue, dopo la deroga ottenuta dalla procura di Verbania che all’indomani dell’incidente aveva aperto un fascicolo che ipotizza, a vario titolo, i reati di omicidio e lesioni colposi e omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro.
Dalle conclusioni della lunga e complicata fase di incidente probatorio, si è appreso che secondo gli esperti a causare la strage avrebbero concorso almeno due fattori: l’inserimento dei “forchettoni” che hanno disattivato l’impianto frenante d’emergenza e l’usura della fune traente – che si è spezzata all’improvviso – per la presunta mancanza di un’adeguata manutenzione («una corretta attuazione dei controlli avrebbe consentito di rilevare i segnali del degrado, ovvero la presenza di anche un solo filo rotto o segni di corrosione, e quindi di sostituire la testa fusa, così come previsto da norme»).