Il punto

Su AstraZeneca "decisione politica": ora si aspetta il verdetto dell'Ema giovedì

Lo stop dopo sette casi di trombosi riscontrati in Germania su 1,6 milioni di somministrazioni. L'agenzia europea deve ora valutare l'eventuale nesso di casualità tra i due fatti

Su AstraZeneca "decisione politica": ora si aspetta il verdetto dell'Ema giovedì
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La decisione di sospendere "precauzionalmente" le somministrazioni del vaccino anti-Covid AstraZeneca è stata una decisione "politica". A dirlo è il direttore dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) Nicola Magrini in un’intervista a Repubblica. E pur non specificando meglio cosa intenda dire, questa rivelazione lascia intendere che la decisione sia figlia di valutazioni non strettamente medico-scientifiche. Anche perché meno di 24 ore prima era stata la stessa Aifa a definire "infondati" gli allarmi riguardanti i possibili malori, addirittura letali, successivi alla somministrazione del vaccino anglo-svedese.

Sospensione AstraZeneca, somministrazioni annullate

La decisione ha, in ogni caso, causato ripercussioni di non poco conto sulla campagna vaccinale, imponendo poco prima delle 16.30 lo stop alle somministrazioni e l'annullamento di tutte le convocazioni in programma per i giorni a venire. Ad aver ricevuto l’sms di cancellazione dell’appuntamento sono stati insegnanti, assistenti domiciliari, farmacisti, dentisti e professionisti sanitari, medici liberi professionisti e informatori farmaceutici, ovvero quelle categorie di persone che, in questa fase della campagna, sarebbero state vaccinate con AstraZeneca.

I casi di trombosi in Germania

Ma come si è arrivati a questa decisione? Un articolo de Il Post spiega che la decisione del Governo italiano è arrivata dopo alcuni colloqui intercorsi con i governi francese e tedesco. Anche Francia e Germania, infatti, hanno preso la stessa decisione, così come, poche ore dopo, la Spagna. In particolare, a far propendere per la via della massima cautela sarebbero stati alcuni fatti accaduti in Germania, ed esposti nel tardo pomeriggio del 15 marzo dal ministro della Salute tedesco, Jens Spahn.

In Germania sono infatti stati riscontrati sette casi di trombosi cerebrale del seno venoso associati a trombocitopeina, cioè a un numero ridotto di piastrine nel sangue. Questi casi sono avvenuti poco dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca ai soggetti vittime. Nello specifico, i casi sarebbero appunto sette a fronte di 1,6 milioni di somministrazioni effettuate (in Germania) con quel vaccino. Si tratta ovviamente di pochi casi, ma leggermente superiori alla normale media di casi sulla popolazione, che si aggira sui quattro su un milione l’anno. Una media di poco superiore anche a quella che era stata finora calcolata e che ha portato la Germania (e di conseguenza anche l’Italia) alla sospensione delle somministrazioni per richiedere un approfondimento all’Ema per capire se tra le vaccinazioni e questi casi esista un nesso di casualità (attualmente non provato).

Il compito dell’Ema

Il giornalista scientifico Marco Cattaneo, però, ha sottolineato come casi simili sarebbero avvenuti anche in prossimità temporale con le somministrazioni di altri vaccini e non solo con AstraZeneca. Sempre in numeri simili, molto contenuti. A inizio febbraio, il New York Times parlava di 36 casi su 31 milioni di vaccinazioni eseguite con Pfizer e Moderna negli Usa. Anche in quel caso, però, il nesso di casualità non era provato e comunque la media di questi eventi non si discostava di molto da quella generale del Paese.

L’Ema, in queste ore, è entrata in possesso delle cartelle cliniche delle persone rimaste purtroppo vittime di questi casi e le sta analizzando. Come è ormai noto, le somme dovrebbero essere tirate giovedì 18 marzo, quando l’Ema pubblicherà e renderà nota una relazione che, si spera, possa dare un giudizio definitivo sull’efficacia e la presunta pericolosità di AstraZeneca. Al momento, la posizione dell’agenzia europea pare essere molto chiara: il vaccino è sicuro e anche qualora i casi di trombosi riscontrati fossero realmente legati alla somministrazione, il rischio di un tale effetto avverso è, in ogni caso, di molto inferiore a quello di prendersi il Covid e morirne. Solo in Italia, sottolinea Cattaneo, nell’ultimo anno sono morte quasi due persone ogni mille abitanti per Covid. E questo considerando solamente i numeri ufficiali, che sappiamo essere di molto sottostimati.

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