Gli assessori regionali a Territorio e Protezione Civile Pietro Foroni e quello agli Enti locali, Montagna e piccoli Comuni Massimo Sertori hanno effettuato oggi un sopralluogo a Chiareggio/SO, in Valmalenco, per fare il punto della situazione con gli amministratori locali, i geologi e i tecnici nella zona della frana a causa che ha ucciso tre persone e ferito gravemente una quarta, tutte originarie di Comabbio.
Sopralluogo in Valmalenco dopo la frana: 200mila euro per due interventi
“Abbiamo verificato tutto il bacino della frana per capire gli immediati interventi per il ripristino delle condizioni di sicurezza – ha spiegato l’assessore alla Protezione civile -. E’ stato deciso di finanziare due interventi da 100 mila euro ciascuno per liberare sia a monte che a valle, l’alveo, le briglie e il ‘tombotto’, il condotto sotto la strada. E’ stato anche tolto materiale che ostruiva passaggio dell’acqua nel condotto”.








Strada sotto sequestro, rischio altri crolli
“Con l’elicottero e i droni – ha aggiunto l’assessore agli Enti locali, Montagna e piccoli Comuni – abbiamo verificato che a monte della strada c’è ancora materiale che si è mosso a seguito della bomba d’acqua di ieri, ma non ancora sceso a valle. Da un primo riscontro sembra che, nel caso in cui non si verifichi un avviso di condizioni meteo avverse, il materiale ancora a monte non dovrebbe scendere a valle e ci potrebbero essere quindi le condizioni per percorrere il tratto di strada che è stato liberato tempestivamente dal fango e dai detriti. In caso di pioggia il materiale residuo restato a monte potrebbe causare condizioni di pericolosità. Al momento la strada è sotto sequestro”.
600 persone rimaste isolate
I tecnici stanno comunque lavorando per valutare la possibilità di una riapertura parziale della strada, che non potrà comunque prescindere da una verifica statica della struttura. A monte ci sono infatti 600 persone ancora isolate.
“Prevediamo un intervento maggiore per mettere una briglia selettiva che valuteremo di finanziare come Regione – ha spiegato l’assessore alla Protezione civile – previo naturalmente uno studio per verificare le condizioni reali del sito”.