Castellanza

Non ci sono vaccini, medici di Castellanza costretti a interrompere la campagna: "Non si può lavorare così"

Rabbia e sconforto tra i camici bianchi dello studio di via Veneto a Castellanza: "Mai come quest'anno è importante vaccinarsi. Cari pazienti, noi non abbiamo colpe"

Non ci sono vaccini, medici di Castellanza costretti a interrompere la campagna: "Non si può lavorare così"
Pubblicato:

Come a Tradate, anche a Castellanza la campagna antinfluenzale si chiude in anticipo e tra mille polemiche. Motivo, l'ultimo ritardo della fornitura e lo scarso numero di dosi in arrivo sul territorio.

Non ci sono vaccini, si chiude la campagna a Castellanza

A sole due settimane dall’inizio della Campagna Antinfluenzale i Medici di Medicina Generale dello studio medico di Via Vittorio Veneto si vedono costretti in ad interrompere le vaccinazioni che sono state programmate presso i locali della Biblioteca, messi a disposizione dall’Amministrazione Comunale. L’evento scatenante è stata la nota di Ats Insubria inviata il 24 ottobre, in cui si parlava della necessità  di una ricognizione da parte di Regione Lombardia in merito alle molte segnalazioni dei colleghi circa le dosi non ancora pervenute. Sempre nella stessa nota, Ats aggiungeva che a causa di un ritardo di consegna da parte della Ditta produttrice il vaccino sarà disponibile a partire dalla seconda settimana di dicembre (data non specificata) in quantitativo complessivo pari a 31.810 dosi per ATS Insubria.

LEGGI ANCHE: Vaccini in Lombardia, approvata la richiesta di rimborsi: "Maggioranza certifica il fallimento della Regione"

Dosi in arrivo ma non bastano

Apparentemente il numero sembra elevato ma contando che ATS Insubria comprende 17 distretti per un quantitativo totale di 1.285 medici, ciascuno dei quali in media deve ancora vaccinare 200 pazienti. "La domanda che sorge spontanea ai nostri medici - spiega la referente programmatrice dello studio medico di Castellanza - è: le fiale saranno sufficienti oppure saremmo costretti a non garantire la vaccinazione ad alcuni di essi?". A questo dubbio si aggiunge il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale, che ha deciso l'obiettivo minimo del 75% dei pazienti di ciascun medico vaccinati. Numero che in Lombardia appare ovviamente irraggiungibile.

"Siamo indignati, non è possibile lavorare così"

"Siamo indignati – reclama la Dottoressa Nasuelli Daniela, portavoce dei medici di Via Veneto – non è possibile lavorare in questo modo: siamo stati costretti non solo a sospendere la campagna vaccinale, ma anche ad annullare gli appuntamenti presi con gli under 65 in seguito alla nota di rettifica di ATS, e ad indirizzarli all’ASL di Busto Arsizio e alle sedi dei Centri Vaccinali di ASST Lariana".

LEGGI ANCHE: Tradate, vaccinazioni annullate. Lo sfogo di un medico: "Pezzi grossi di Regione, venite a guardare dritti negli occhi i pazienti"

Riprogrammare e posticipare

E' tanta la rabbia dei medici: "Ci siamo mossi con largo anticipo – aggiungono – già dal mese di ottobre abbiamo iniziato a programmare le vaccinazioni e a registrare i nominativi dei pazienti ed ora, dobbiamo riprogrammare le sedute e posticipare il tutto dopo il 10 dicembre".

LEGGI ANCHE: Vaccini, ultimo tentativo della Regione: gara lampo per 700mila dosi

E sempre i medici, precisano che da parte loro "non c’è alcun interesse a sprecare vaccini o non vaccinare i propri pazienti; anzi hanno fortemente dichiarato che mai come quest’anno con una pandemia mondiale in corso, vaccinarsi risulta un importante mezzo di prevenzione e protezione. Cari pazienti noi non ne abbiamo colpe, appena avremo novità sarete contattati".

TORNA ALLA HOME

Seguici sui nostri canali