Diritti

Niente scuola per i bambini e i ragazzi che lottano contro il cancro all'Istituto Tumori

La denuncia del Comitato Genitori LILT: "Il diritto all'istruzione è un diritto sancito per legge e in questo caso non è difficile comprendere quanto, di più, ci sia in gioco. Vivere il presente intravedendo il futuro è, per chi è malato, stimolo e cura"

Niente scuola per i bambini e i ragazzi che lottano contro il cancro all'Istituto Tumori
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La denuncia arriva dal Comitato Genitori LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori: mentre i loro amici e compagni sono tornati ormai da quasi un mese in aula, i ragazzi e le ragazze che lottano contro il cancro nelle sale della Pediatria dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano non hanno ancora ripreso le lezioni.

La scuola è ripartita ma non per tutti

Un diritto ancora negato, una ripresa dopo l'emergenza che non è ancora iniziata. Come già era stato denunciato un mese fa dall'associazione il Ponte del Sorriso Onlus per i "suoi" bambini e ragazzi ricoverati in ospedale, anche  i pazienti della Pediatria dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano sembrano essere stati "dimenticati".

"Stiamo parlando di un Reparto Oncologico dove sono ricoverati bambini e ragazzi con patologie oncologiche comportanti degenze ripetute, in taluni casi per molti mesi lontani da casa e dai ritmi della loro vita - spiegano i genitori della LILT - Questi bambini sono adolescenti impegnati in una lotta contro un male che talvolta non guarisce; provarli del diritto che garantisca loro un'istruzione non significa solo emarginarli, isolandoli in quanto malati, significa togliere loro la possibilità di beneficiare di un aspetto fondante della vita: quello di riconoscersi nei propri coetanei sani".

Da quasi un anno senza figure fondamentali

Ormai da anni associazioni ed enti hanno compreso l'importanza di garantire ai malati oncologici una vita "il più normale possibile", e per questo sono sorte tantissime realtà che si occupano di alleggerire il peso della malattia soprattutto nei più giovani. Realtà che dall'esplosione dell'emergenza hanno dovuto fermare le proprie attività, ma che ora vedono ergersi un muro tra "il mondo dei malati" e quello "dei sani". "E' importante che questi pazienti - continuano i genitori - ognuno dei quali potrebbe essere nostro figlio, mantengano attiva la parte relazionale con l'esterno a conferma di una speranza che non venga mai meno e che, nel ritorno alla normalità, contenga la più desiderabile realizzazione.  Da quasi un anno a questi 'piccoli guerrieri' già costretti ad affrontare il difficile iter di una malattia come il cancro, mancano le figure professionali garanti di un corretto apporto didattico e di un adeguato sostegno psicologico".

Le convenzioni ci sono, le risposte no

La situazione insomma è in stallo. Le convenzioni fra la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori e il Comune di Milano, le scuole elementari, medie e secondarie superiori, fanno sapere i genitori, ci sono. "Ma non se ne hanno notizie", aggiungono.

"Gli organi preposti (Provveditorato, Regione, Stato) più volte sollecitati tramite opportuni inviti al confronto, NON DANNO RISPOSTE - denunciano dal Comitato - Molteplici sono stati i tentativi di dialogo cercato anche con l'assessore competente e il sindaco (Giuseppe Sala, ndr). Senza risposte non ci può essere progettualità, e senza prospettive non c'è avvenire".

L'importanza di non fermarsi

E' proprio la possibilità di guardare al domani che viene meno. E negare l'istruzione agli studenti malati di cancro è come costruire un muro davanti a una finestra. "Il diritto all'istruzione è un diritto sancito per legge e in questo caso non è difficile comprendere quanto, di più, ci sia in gioco. Vivere il presente intravedendo il futuro è, per chi è malato, stimolo e cura. Non è eludendo risposte ai problemi urgenti che una società si dimostra civile - concludono i genitori LILT - e certamente non è evitando di ascoltare la voce dei più fragili".

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