Tradate

Il falso diploma del(l'ex) vigile e i 150mila euro per tenere il segreto: a processo

Per 13 anni il presunto estorsore gli avrebbe chiesto soldi ogni settimana, da poche decine a qualche centinaio, minacciandolo di rivelare il suo segreto e di far del male a lui e ai suoi famigliari

Il falso diploma del(l'ex) vigile e i 150mila euro per tenere il segreto: a processo
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Rinvio a giudizio e prima udienza fissata a febbraio per tre persone accusate a vario titolo di concorso in corruzione, in falso materiale, peculato e per estorsione e sostituzione di persona. Tra i fatti contestati, la presunta estorsione ai danni di un ex vigile di Tradate con la minaccia di rivelare che il diploma grazie al quale era diventato agente era, in realtà, falso.

Agente per 13 anni con un falso diploma

La decisione di rinviare a giudizio i tre accusati, due uomini e una donna, è arrivata ieri, giovedì, a chiusura dell'udienza preliminare al Tribunale di Varese.

Storia già arrivata alle cronache, destando come si può immaginare non poco clamore a Tradate: quella dell'ex agente della Polizia locale che al momento dell'assunzione aveva presentato un falso diploma di cui, per 13 anni, nessuno si era accorto nonostante fosse di un istituto tradatese e non di quello calabrese indicato nell'autocertificazione alla candidatura.

150mila euro per mantenere il segreto

Quand'era emersa la vicenda l'avvocato che difende l'ex agente, Matteo Rodari, aveva parlato di una continua richiesta da parte di chi gli aveva garantito il diploma calabrese, in realtà inesistente, di denaro e favori. Quelli che costituiscono l'ossatura del processo che prenderà il via a febbraio.

Denaro pari a 150mila euro complessivi, a colpi di poche decine o centinaia di euro ogni settimana, ottenuti secondo la Procura con la minaccia di rivelare la falsità del diploma facendo quindi perdere il lavoro all'agente e di usare violenza contro lui (cosa che, sempre secondo la Procura, sarebbe avvenuta nel 2020) e i suoi famigliari.

Negi altri capi di imputazione, varie ipotesi di concorso in reato con l'agente (che per quelli ha già patteggiato a tre anni) per diversi episodi  a carico del presunto estorsore, di sua moglie e dell'altro imputato: la richiesta di 300 euro a un terzo soggetto al quale era stata ritirata la patente perchè trovato al volante con addosso un grammo di cocaina per fargli riavere il documento e di far sparire i verbali di accertamento; la redazione di un verbale per un incidente stradale fittizio fra il marito e la moglie a processo; la consegna della tessera carburante della Croce Rossa (dove operava l'ex agente) al presunto estorsore per due rifornimenti di benzina per una di spesa di circa 115 euro.

La sostituzione di persona per il finanziamento

L'ultimo capo d'imputazione riguarda invece solo la donna, accusata di essersi sostituita alla moglie dell'agente falsificando la carta d'identità e presentandosi telefonicamente col suo nome a un'operatore telefonico per ottenere una SIM e a una società finanziaria per ottenere un finanziamento, riuscendoci.

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