Fontana a Concorezzo: “Lombardia zona rossa, punizione che non meritiamo”
L'ufficialità arriverà solo con la firma dell'ordinanza di Speranza ma le parole del Presidente lasciano poche speranze. E Fontana torna a chiedere di rivedere i parametri
“Lombardia zona rossa, ma è una punizione che non meritiamo”. Lo ha detto il governatore della Lombardia Attilio Fontana, questa mattina in visita a Concorezzo per alcuni appuntamenti istituzionali.
Fontana in visita a Concorezzo: “Lombardia zona rossa, punizione che non meritiamo”
La visita del governatore Attilio Fontana a Concorezzo si apre con dichiarazioni importanti, rilasciate pochi minuti fa ai giornalisti presenti all’incontro. A tenere banco, ovviamente, l’ingresso della Lombardia in zona rossa, che sembra ormai sempre più imminente. Una scelta sulla quale Fontana resta molto critico. Ecco le sue parole:
“Parlavo poco fa con il Ministro Speranza e facevo presente che c’è qualcosa che non va nei conti e nei parametri, che secondo me vanno rivisti perché siamo oggettivamente in una fase di miglioramento dei numeri. Credo che la zona rossa sia una punizione che la Lombardia non si merita: abbiamo fatto tanti sacrifici, i cittadini si sono comportati molto bene e credo che la zona rossa sia fin troppo penalizzante”.
Zona rossa e scuole chiuse
Si attende comunque l'ordinanza del Ministro Speranza per avere la conferma dell'inserimento in zona rossa, e dovrebbe arrivare nel pomeriggio.
Se così fosse, niente riapertura per le scuole superiori (vanificando gli effetti della sospensione decisa dal Tar dell'ordinanza regionale) e chiusura anche per le terze medie. Ma non sarebbe l'unica cosa a cambiare: anche per muoversi all’interno del Comune in cui viviamo sarebbe necessario utilizzare l’autocertificazione poiché, a rigor di legge, tutti gli spostamenti sono vietati tranne quelli giustificati da motivi di lavoro, urgenza o salute. Resterebbe però valida la possibilità di fare visita, una sola volta al giorno, a una sola abitazione di parenti o amici presente nel nostro stesso Comune (o comunque nel raggio di trenta chilometri, escluso il capoluogo di provincia, se abitiamo in una località con meno di cinquemila abitanti).
Bar e ristoranti continuerebbero a lavorare solo con asporto e consegna a domicilio (con la limitazione alle 18 per l’asporto dei bar), mentre non tutti i negozi sarebbero aperti, ma solamente quelli registrati con i codici Ateco previsti dagli allegati al Dpcm (li trovate QUI).