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Focolaio Covid alla Melzi, la Lega: "Messi a disposizione gli strumenti per l'emergenza, qualcuno non ha voluto aiuto"

La sezione cittadina replica alla Croce Rossa: "Ci saremmo aspettati diligenza maggiore. Revocare subito l'autorizzazione"

Focolaio Covid alla Melzi, la Lega: "Messi a disposizione gli strumenti per l'emergenza, qualcuno non ha voluto aiuto"
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Continuano dibattito e polemiche dopo la notizia del nuovo focolaio Covid alla Melzi di Tradate, questa volta tra i richiedenti asilo ospitati nel centro Gestito dalla Croce Rossa.

Focolaio Covid alla Melzi: "Occorre subito chiarezza dai gestori"

Lo scontro dopo la conferenza stampa del sindaco di Tradate Giuseppe Bascialla non si ferma. Mercoledì il primo cittadino aveva dato notizia del contagio di 24 dei 38 richiedenti asilo ospitati nel centro d'accoglienza allestito dal 2015 alla Barbara Melzi, sia lamentando come questi non avessero rispettato l'obbligo alla quarantena dopo la conferma del primo caso positivo, sia puntando il dito contro la gestione della Croce Rossa, definita a più riprese "superficiale e inadeguata". E dopo il rincaro dell'attacco da parte del senatore Stefano Candiani e la replica della Cri interviene anche la sezione cittadina della Lega:

"Nessuna polemica ma occorre chiarezza da parte dei gestori del centro e occorre subito - chiede con una nota il segretario cittadino Fabio Marchiori - Da oramai due mesi migliaia di cittadini sono chiusi, diligentemente, in casa; decine di commercianti hanno tenuto la saracinesca abbassata per affrontare questa emergenza, mentre i richiedenti asilo ospitati alla Melzi hanno continuato a fare quello che hanno voluto, di fatto ignorando le disposizioni governative".

"Melzi non è un carcere ma la quarantena va rispettata"

L'attacco anche dalla sezione del Carroccio è rivolto alla gestione della Croce Rossa:

"Tutti noi ci saremmo aspettati una maggiore diligenza nella gestione, a maggior ragione sapendo che i gestori sono proprio coloro che nelle zone più colpite sono impegnati in prima linea a difenderci dalla malattia".

E si fa più forte in replica alle parole del Presidente Provinciale, che ha spiegato come il centro d'accoglienza "non è un carcere. Non possiamo trattenerli con la forza":

"Siamo consapevoli che la Barbara Melzi non sia un carcere ma, a maggior ragione sapendo che ci sono un contingente numero di casi, è fondamentale che venga imposto il regime di quarantena così come viene fatto con tutti i cittadini italiani. E violarlo, ricordiamo, è un reato per tutti. Il comune ha sempre messo a disposizione tutti gli strumenti per affrontare l'emergenza e, evidentemente, qualcuno non ha voluto il nostro aiuto fino a quando la situazione non è degenerata. Questa situazione ha dimostrato la scarsa serietà da parte dei gestori a cui, dovrebbe essere immediatamente revocata l'autorizzazione della prefettura per la gestione del centro".

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