Sicurezza

Droga nei boschi, Molteni a Tradate: "Lo Stato non perderà la guerra allo spaccio"

Il Sottosegretario al Ministero dell'Interno: "Non si fanno passi indietro". Il sindaco Bascialla: "Serve la nuova Tenenza, e servono nuove leggi a tutela delle forze dell'ordine"

Droga nei boschi, Molteni a Tradate: "Lo Stato non perderà la guerra allo spaccio"
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Il Sottosegretario al Ministero dell'Interno Nicola Molteni protagonista oggi di un incontro coi sindaci del Parco Pineta e del territorio del Tradatese sul problema dello spaccio di droga nei boschi.

Spaccio di droga nei boschi, Molteni nel Varesotto

Prima i passaggi in prefettura, a Castelveccana e nel Luinese. Poi, nel pomeriggio, a Tradate: il sottosegretario del Ministero dell'interno Nicola Molteni ha fatto tappa oggi, lunedì 27 febbraio, in provincia di Varese. Tre incontri tutti con lo stesso obiettivo: ascoltare i sindaci dei territori che da anni fronteggiano il fenomeno dello spaccio nei boschi, e cercare con loro, le Prefetture, Questure e le forze dell'ordine nuove strategie per combattere quella che lui stesso ha definito "una guerra".

"Lo Stato non arretra"

Il tema è noto. Ma dopo quanto successo a Castelveccana, dove un carabiniere è indagato per la morte di un uomo causata da un proiettile di gomma sparato a distanza ravvicinata durante un servizio di controllo antispaccio, la preoccupazione di un allentamento della "pressione" contro certi traffici è alta.

"Il primo messaggio è attenzione da parte nostra, sollecitata anche dai parlamentari rappresentanti del territorio Stefano Candiani e Andrea Pellicini. La prima risposta è che rispetto al fenomeno dello spaccio, in generale, lo Stato intende dare una risposta immediata o rischiamo che questi fenomeni si allargano.

Quando abbiamo pezzi di territorio che diventano enclave di illegalità, lo Stato con le forze dell'ordine dal punto di vista di repressione e prevenzione devono intervenire: il lavoro che si fa e si farà va nella direzione di riappropriarci di pezzi del nostro territorio, a disposizione delle famiglie, delle comunità e dei giovani e oggi sono invece in mano agli spacciatori. Lo Stato non arretra. Timore che dopo Castelveccana ci possa essere un passo indietro è sbagliato: lo Stato non ne fa, perchè altrimenti vorrebbe dire fare un regalo alla criminalità. Anzi conferma la sua presenza e lo fa in maniera importante".

L'INTERVENTO INTEGRALE DEL SOTTOSEGRETARIO MOLTENI:

Lo spaccio oggi

L'incontro a Varese nella mattinata ha permesso di fare il punto sulle modalità dello spaccio nel nostro territorio:

"Anni fa avvenivano in modo diverso. Significa che di fronte a una risposta dello Stato la reazione da parte di queste corporazioni criminali muta. Oggi ci sono organizzazioni tendenzialmente straniere, magrebine, che si avvalgono della collaborazione di italiani tossicodipendenti che fanno da vedette e pali, e gestiscono la logistica di un meccanismo di spaccio itinerante e mobile.

Sono importanti le attività di deterrenza e controllo, e in queste rientrano anche i sistemi di videosorveglianza sul territorio e sulle strade di accesso ai luoghi di spaccio. Strumenti e attività che intendiamo potenziare.

"Fare rete"

"Bisogna mettere a rete le competenze di tutti, dalla Regione che è stata già promotrice di iniziative di potenziamento delle attività delle Polizie locali, cosa che fa anche lo Stato con Scuole Sicure e non è detto che questo strumento possa essere utilizzato per dei progetti Boschi Sicuri.

C'è grande offerta di droga, ma anche perchè c'è una domanda clamorosa di droga. Possiamo incidere sull'offerta con repressione e contrasto, ma non possiamo pensare di contrastare un fenomeno criminale di questa portata senza passare dalla prevenzione. Su queste, c'è un Dipartimento apposito a Roma, quello delle Politiche Antidroga, che fa riferimento a Presidenza del Consiglio e che in questi anni non è stato particolarmente sviluppato. Da lì intendiamo a partire per delle nuove politiche di prevenzione e informazione, specialmente verso i più giovani, e mettere a disposizione degli enti locali ulteriori strumenti".

"Non è una passerella"

"Incontri come quelli di oggi non sono passerelle politiche. L'evoluzione della capacità di dare risposte su questi fenomeni vanno monitorati nell'arco del tempo. Ritengo opportuno che in queste forme o in altre ci debba essere un monitoraggio continuo delle capacità di risposta territoriali e dello Stato, così da tarare la modalità delle nostre risposte ogni 2-3 mesi sulla base dei risultati ottenuti e della capacità delle organizzazioni criminali di adattarsi".

Personale e caserme

Forte accento da parte dei sindaci presenti è stato sul tema del personale delle forze di Polizia locale, "bloccato" per via delle leggi in materia di spesa pubblica che non permettono nuove assunzioni, o comunque nel numero in cui sarebbero necessarie. Messaggio diretto, per tramite dei presenti Molteni e Candiani, al Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, così come quello per l'assunzione di nuovi uomini per Carabinieri e Polizia di Stato. Quest'ultima, ha fatto notare lo stesso Moltreni, può ad oggi contare su meno di 100mila uomini, e da qui al 2030 vedrà il pensionamento di quasi la metà: "Oltre a coprire il turnover - ha aggiunto - dobbiamo riuscire ad assumere altri 10-15mila agenti".

Insieme agli uomini, c'è la questione delle strutture. Ed essendo l'incontro ospitato a Tradate, si è parlato proprio del progetto che da anni si insegue per la nuova Tenenza, col sindaco di Lonate Ceppino che ha prestato il "gancio" al padrone di casa, Giuseppe Bascialla:

"Abbiamo il terreno, abbiamo il progetto, ma serve la pecunia - ha detto schiettamente Bascialla - Tutti i sindaci del territorio riconoscono e testimoniano l'esigenza di una struttura adatta ai compiti che la Tenenza di Tradate è chiamata a svolgere e alla richiesta di sicurezza da parte dei cittadini.

Da parte nostra, l'impegno a collaborare e lavorare insieme c'è tutto e c'è sempre stato come visto con le due edizioni del Progetto Parchi, che ha ottenuto risultati importanti, ma anche l'effetto di spostare il fenomeno altrove. Accanto a questo impegno, alle strutture, al potenziamento degli organici, ci deve essere però anche una revisione delle normative che diano tutele vere, come avviene in altri Paesi, alle nostre forze dell'ordine".

 

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