Covid, triangolo Busto-Saronno-Gallarate il più colpito. "Dati però in stabilizzazione"
Meno asintomatici ed età media che torna ad alzarsi. Tra le difficoltà del Sud della provincia anche i tempi di attesa dei tamponi, ecco perchè
Il punto della situazione Covid nell'ormai tradizionale conferenza stampa di Ats Insubria del venerdì mattina.
Covid, triangolo Busto-Saronno-Gallarate inmaggiori difficoltà
Anche la provincia di Varese divisa in tre fasce, ciascuna con una presenza e una pressione, diversa del coronavirus. E' quanto spiegato, dati alla mano, in conferenza stampa dai responsabili di Ats Insubria. Numeri e monitoraggio del territorio, confermano infatti che nella provincia che sta subendo uno dei colpi maggiori in questa seconda ondata ci sono situazioni diverse.
La parte più colpita, zona rossa nella zona rossa, il triangolo Busto-Saronno-Gallarate dove anche il sistema di tracciamento e tamponamenti sono in difficoltà.
A metà strada, in un'ipotetica zona gialla, l'area di Tradate, Varese, Azzate e Sesto Calende.
Più serena invece l'area più a nord della provincia e nel luinese, con incidenze minori.
Ecco i grafici con i tassi di incidenza nel territorio di Ats Insubria, divisi per province:
I problemi della parte Sud
Il Coordinatore Covid Marco Magrini ha anche spiegato le maggiori difficoltà della parte più a sud della provincia, area che coincide con quella degli ospedali dell'Asst Valle Olona. Il problema maggiore riguarderebbe la prenotazione dei tamponi che in questa zona richiede più tempo che in altre. E il motivo sarebbe tutto "tecnico": l'utilizzo del portale regionale invece di quello di Ats usato invece altrove.
"Dove gestiamo noi le prenotazioni, quindi quelle dei medici che utilizzano il nostro portale, i tempi di prenotazione non superano in genere le 48 ore mente abbiamo notizia di attese anche fino a 10 giorni in quelle zone - ha spiegato Magrini - Questo perchè il portale regionale distribuisce le richieste sulla base degli slot liberi dei vari laboratori, mentre il nostro lo fa sulle tende libere nei punti tampone. Si tratta di un sistema che abbiamo collaudato con successo a Malpensa, come quello di comunicazione referti, che sta dando ottimi risultati. Ma le regole le detta Regione, che chiede di usare il suo portale".
"Segnali positivi"
Tornando a guardare ai dati provinciali e di tutto il territorio di Ats Insubria (che comprende anche Como), anche se è presto per tirare sospiri di sollievo qualche segnale positivo lo si inizia a vedere, come già avevamo spiegato martedì in occasione del preoccupante +3000 positivi a Varese. Il dottor Presutto ha sostanzialmente confermato quell'analisi. In primo luogo, ribadendo che il +4000 circa tra Como e Varese era effetto di un cumulo di tamponi dal finesettimana:
"Tra i 4positivi di quel giorno c'erano molti tamponi effettuati dal 6 in avanti . ha spiegato - i tamponi che effettuiamo venerdì, sabato e domenica vengono presumibilmente processati il lunedì, questo spiega perchè abbiamo queste 'spike"'il martedì o il mercoledì".
In secondo luogo, confermando una pendenza meno forte della curva dei contagi:
"Per questo motivo - ha continuato - dobbiamo tener sempre presente almeno il valore settimanale, e vi posso garantire che le differenze tra una settimana e l'altra sono veramente minime. Non ci sono incrementi massicci e forse possiamo sperare che nelle prossime settimane si avvii una progressiva riduzione delle positività. In questo momento non possiamo ancora sbilanciarci parlando di segnali di discesa, sia chiaro: il contagio non è un interruttore che si schiaccia e si spegne. I positivi sembrano non crescere con la stessa rapidità dei giorni precedenti. Io vedo che si sono stabilizzati, vediamo se settimana prossima si prende una china discendente".
Meno asintomatici
In appiattimento della curva che nasce con tutta probabilità dalle misure contenute nelle ordinanze di Regione Lombardia (con la speranza che quelle dell'ultimo Dpcm diano un "colpo" alla curva invertendola). Ordinanze che però producono anche altri effetti, e non tutti positivi. anche se limitati in un certo senso al campo statistico
Tra questi, una riduzione della percentuale di asintomatici, che dall'80%-90% delle scorse settimane si starebbe progressivamente abbassando. Una discesa dovuta, come spiegato da Presutto, "a un rialzarsi dell'età media dei contagiati". Con la chiusura delle scuole superiori, e ora delle seconde e terze medie, è diminuito drasticamente il numero di over15/under20 che passano dal tampone scoprendosi talvolta positivi. Si torna quindi a tamponare persone in media meno giovani e con già i sintomi, dato appunto che la sintomatologia compare meno all'abbassarsi dell'età.