AstraZeneca in magazzino, Bertolaso: "C'è chi si inventa patologie per non riceverlo"
Bertolaso conferma che ci sia un problema di somministrazione con AstraZeneca. Non legato però alla gestione della campagna quanto a una "sfiducia" nella sua efficacia
Il basso utilizzo di vaccino AstraZeneca in Lombardia, evidenziato ieri dal consigliere regionale Pd Samuele Astuti, ha fatto capolino nella conferenza stampa organizzata dalla Regione per presentare l'aggiornamento del Piano Vaccinale.
AstraZeneca in magazzino, ecco perchè
Circa il 19% delle dosi ricevute utilizzate contro il 95-96% raggiunto dalla Toscana, la più "virtuosa" sotto questo punto di vista. I numeri di AstraZeneca diventano un caso. Com'è possibile? Al di la dell'annunciato taglio (pesante) delle forniture per l'Europa e quindi per l'Italia per tutta la prima metà dell'anno, quello di AstraZeneca resta per il momento il vaccino su cui si basa la "Fase 2" della campagna vaccinale essendo quello più "comodo" da trasportare e conservare.
Per questo desta non poca preoccupazione la risposta data da Guido Bertolaso sul perchè di questa bassa percentuale di utilizzo:
"AstraZeneca ha visto ritardi perchè nel momento in cui iniziato a vaccinare le categorie che ne avevano diritto molti, anche a causa di certe infondate campagne mediatiche, si sono inventati anche patologie per evitare di essere vaccinati con quel vaccino. Poi possiamo inventarci anche scuse più diplomatiche ma la verità è questa. Se un medico in fase di anamnesi trova una persona che dice di aver avuto in passato reazioni persona allergiche coi vaccini per avere quello Pfizer, AstraZeneca resta lì fermo".
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"Mancano vaccini"
Intanto la campagna vaccinale continua (e non solo in Lombardia) a rilento. Il problema è noto ed è stato ribadito più volte anche durante la conferenza stampa: mancano le dosi, non ci sono abbastanza vaccini per premere come si vorrebbe sull'acceleratore. Anche per questo, la Lombardia ha chiesto al Governo in sede di tavolo di confronto con il Ministero della Salute, l'Istituto Superiore della Sanità, Aifa e Agenas di poter adottare la "strategia inglese", quindi rimandando le seconde dosi con l'obiettivo di ampliare il più possibile la prima copertura vaccinale nella popolazione. "I dati che vediamo dalla Scozia e da Israele ci confermano che non ci sono problemi a farlo", ha ribadito Bertolaso.
Ma sempre la Regione ha chiesto di poter attingere a nuovi vaccini, in primis lo Sputnik russo che però, a differenza di quanto detto da Bertolaso, almeno fino al 10 febbraio, non sarebbe ancora arrivato sui tavoli dell'Ema per l'autorizzazione necessaria alla somministrazione in Europa e in Italia nonostante recenti studi sembrerebbero indicare una sua efficacia e sicurezza.