Verso il nuovo Dpcm: il miraggio della zona bianca e la lotta all'asporto dopo le 18
Quali potrebbero essere le regole dal 16 gennaio? Diverse le ipotesi in campo, eccole
Entro il 16 gennaio il Governo dovrà approvare le nuove disposizioni contro il coronavirus. Come annunciato, sarà confermato il sistema a zone, con diverse novità: dalla "zona bianca" all'utilizzo del solo Rt come parametro per le regioni.
Nuovo Dpcm, sognando la zona bianca
C'è chi la sta paragonando a un miraggio, un obiettivo irraggiungibile, e chi invece come un segno di ottimismo. Tra le novità che dovrebbero essere introdotte con il nuovo Dpcm, atteso fra giovedì e venerdì, c'è la "zona bianca". Una zona a contagio quasi zero (con indice Rt inferiore a 0,25, mai raggiunto dall'inizio dell'epidemia) e con regole simili a quelle che abbiamo avuto quest'estate: bar e ristoranti aperti senza più limiti, così come palestre, piscine, musei e cinema. Resterebbero solo il coprifuoco (spostato, forse, di qualche ora) e gli obblighi di mascherine e distanziamento.
Un sogno dopo mesi di zone rosse, arancioni, gialle, chiusure, riaperture e confusione, che sembra però difficilmente raggiungibile anche dalle regioni "messe meglio", almeno nel prossimo futuro.
Via i 21 parametri: ora basta l'Rt
L'altra novità che riguarderà tutto il Paese indistintamente riguarda i parametri utilizzati per definire il grado di rischio delle Regioni. Inizialmente 21, in concreto 19 (3, tra cui quelli relativi alle RSA, erano facoltativi e nessuno li ha praticamente mai comunicati), troppi per le Regioni che ne chiedevano 5. Ora, a leggere le anticipazioni e le dichiarazioni dei componenti del Governo, sembra ci si accontenterà di uno solo: l'indice Rt che definisce quanto il contagio "corre" nella popolazione.
E a riguardo, il Governo sarebbe pronto a "stringere" le soglie: con Rt uguale a 1 (quindi a contagio fermo, nè in crescita nè in diminuzione) scatterebbe la zona arancione, la rossa invece a 1,25.
Ma si parla anche di un secondo parametro, il numero di nuovi casi per mille abitanti: superata la media settimanale di 250 nuovi positivi per centomila abitanti dovrebbe scattare la zona rossa, in automatico. Un ipotesi che non piace alle Regioni e che non convince tutti, anche perchè si teme che proprio le regioni potrebbero ridurre le operazioni di screening per evitare la zona rossa.
Stop all'asporto
Altra novità che dovrebbe riguardare i bar tutt'Italia, ad eccezione delle zone bianche, il divieto d'asporto dopo le 18, oggi permesso. Un'ipotesi che sta facendo infuriare i proprietari di pub e bar, chiusi da tempo tranne che per una manciata di giorni, e di cui si fatica a capire la ragione. Questa sarebbe di impedire gli "aperitivi in strada", già vietati e, almeno per il momento, disincentivati dalle temperature invernali. Una misura che, sempre secondo i diretti interessati, andrebbe a causare un danno economico senza garantire benefici sul fronte della lotta al virus.
Spostamenti, sport e cultura
Per quanto riguarda gli spostamenti, dovrebbe essere confermato il divieto di uscire dalla propria regione anche nelle zone gialle (come nelle giornate del 7 e 8 gennaio).
Nonostante le speranze e le mezze promesse del Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, palestre e piscine dovrebbero rimanere chiuse fino a fine mese, salvo forse la possibilità di riaprire per le sole lezioni individuali.
Musei, teatri, cinema e luoghi della cultura invece non rientrano nemmeno tra le ipotesi di riapertura. Per questi si dovrà attendere sicuramente almeno febbraio.