Confusione

Tamponi privati, la Regione rimborserà solo quelli positivi. Il Pd: "Essere guariti non può essere una colpa"

Astuti: "Si disincentivano per nascondere forse la volontà di non far emergere la dimensione reale del contagio in Lombardia"

Tamponi privati, la Regione rimborserà solo quelli positivi. Il Pd: "Essere guariti non può essere una colpa"
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Dure reazioni dall'opposizione dopo la decisione di Regione di rimborsare solo i tamponi positivi ai cittadini che decidono autonomamente di sottoporsi al test sierologico. Insomma se non sei infetto, paghi.

Tamponi privati, che confusione

Prima niente test sierologici se non quello approvato dalla Regione. Poi via libera a tutti i test certificati CE ma solo per determinate comunità. Ora, anche per i singoli. Se il test poi risulta positivo, obbligo (giustamente) di fare il tampone, a proprie spese che oggi vanno dai 90 ai 130 euro. E adesso la Regione, visto l'obbligo, ne prevede il rimborso ma solo se l'esito è positivo e solo per 62,89 euro previa richiesta ad Ats. E il tutto solo nei laboratori privati di cui, però, non esiste un elenco fornito dalla Regione.

Continue giravolte

Ripercorrendo le dichiarazioni di questi mesi da parte dei vertici politici lombardi sui test sierologici è difficile trovare una linea comune e coerente. Prima infatti lo stesso Gallera aveva annunciato il via e l'importanza della sperimentazione per avere test il più affidabili possibili, parlando dell'importanza degli screening di massa e ipotizzando anche il rilascio di un "patentino d'immunità". Con l'affidamento e il monopolio al test DiaSorin, sviluppato in accordo con il San Matteo di Pavia, è arrivato il ricorso al Tar delle aziende escluse e la linea è pian piano cambiata: niente screening di massa ma solo a piccole percentuali di cittadini già in isolamento, indicati da Ats. Il 12 maggio il via libera ai test sierologici anche nei laboratori privati ma solo per le "collettività" e a totale carico del proponente fino al tampone (obbligatorio insieme all'isolamento per i positivi al sierologico), senza mancare di ribadirne l'inutilità. Nei giorni scorsi, tramite le FAQ sul sito regionale, la possibilità di test sierologici privati veniva estesa anche ai privati, sempre a loro totale carico. E ora, una nuova marcia indietro: la Regione rimborserà fino a 62.89 euro il costo del tampone privato ma solo se risulterà positivo.  Pagando, quindi, più di quanto avrebbe fatto per un tampone "pubblico".

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Il tutto solleva dei dubbi: il privato riuscirà ad eseguire i tamponi che invece il pubblico fatica ad incrementare per la carenza di reagenti? Se no, per quanto tempo i "possibili casi Covid" asintomatici e positivi al sierologico quanto dovranno stare in attesa del tampone? E se sì, perchè il pubblico invece fatica?

Astuti e Girelli: "Regione persevera nella strategia sbagliata"

Le mosse di Regione hanno subito sollevato le polemiche da parte dei consiglieri Pd Samuele Astuti e Gian Antonio Girelli, che dall'inizio dell'epidemia insistono sulla necessità di screening di massa e tamponi per individuare positivi e asintomatici e combattere il contagio, come fatto anche dal Veneto a trazione Zaia.

"Regione Lombardia, nel recepire la direttiva dell'Iss che stabilisce l'obbligo del tampone per i positivi al test sierologico,  ha stabilito che rimborserà il tampone al cittadino, ma solo in caso di esito positivo. È scritto nero su bianco nelle risposte alle domande più frequenti, sul sito della Regione. Questa è l’ennesima prova che la Regione Lombardia non crede ai test diffusi e che persevera nella strategia sbagliata. È assurdo che un cittadino venga punito perché non è più infettivo, quando è proprio la Regione che, correttamente, chiede a chi ha un test positivo di sottoporsi anche al tampone. Il messaggio che la Regione dà ai cittadini che hanno avuto sintomi e che, pur chiamando i numeri verdi non sono stati visitati da nessuno, o quelli che devono tornare al lavoro a contatto con colleghi e con il pubblico, o a quelli che sono stati a contatto con persone malate, è che se vogliono proprio fare il test devono sapere che se lo devono pagare, e se per caso nel frattempo sono guariti, si devono pagare anche il tampone. È un disincentivo bello e buono, che nasconde forse la volontà di non far emergere la dimensione reale del contagio in Lombardia, e il numero delle persone che non sono mai state raggiunte dal sistema sanitario regionale".

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