Croce rossa: "Continuiamo a fare il nostro buon lavoro, le polemiche non aiutano"
Il gestore del centro d'accoglienza alla Melzi di Tradate: "Non entriamo nel merito delle querelle politiche. I 24 richiedenti asilo positivi al tampone erano asintomatici"
La Croce rossa, gestore del centro d'accoglienza di via Melzi, rigetta le accuse di "gestione inadeguata" mosse dal senatore Stefano Candiani (che chiede la chiusura del centro) e dal sindaco Giuseppe Bascialla che aveva messo in quarantena l'intera struttura.
La Croce rossa: "I 24 positivi sono asintomatici"
Dopo il primo caso accertato di positività "Abbiamo subito provveduto ad effettuare i tamponi su tutti gli ospiti. 24 ( su 38 totali) sono risultati positivi, ma erano asintomatici. Noi monitoravamo costantemente personale e ospiti misurando costantemente la temperatura corporea". A chiarire la questione è Mario Grassi presidente del comitato dell’Insubria della Croce rossa, l’ente che da 5 anni gestisce il centro di accoglienza dei richiedenti asilo alla Melzi. Settimana scorsa infatti un ospite, un ragazzo di 32 anni, ha accusato alcuni sintomi riconducibili all'infezione da Covid: "E' stato condotto in ospedale dove gli hanno fatto il tampone. Dimesso è stato subito messo in modo precauzionale in isolamento in attesa dell'esito arrivato il giorno seguente".
"Non entriamo nel merito delle querelle politiche"
La Croce rossa rigetta le accuse mosse dall'amministrazione di centro destra circa una "gestione superficiale del centro": "Non entro nel merito delle querelle politiche. Gli attacchi sul modo di gestire il centro però sono immotivati e non giustificati. Queste polemiche non aiutano a svolgere serenamente il nostro lavoro», premette Mario Grassi.
"Il centro d'accoglienza non è un carcere"
«Come tutte le strutture comunitarie sapevamo di essere a rischio, nonostante avessimo adottato tutte le misure di prevenzione e da più di un mese prendevamo la temperatura agli ospiti. Abbiamo subito eseguito le indicazioni richieste procedendo alla disinfezione dei locali», precisa Grassi che sa di dover gestire una situazione complicata perché non è semplice, soprattutto oggi con la misura di isolamento, confrontarsi con persone con culture e lingue diverse. Martedì infatti erano dovuti intervenire in forza i carabinieri ( in supporto anche una pattuglia della Polizia locale) per aiutare i gestori a far comprendere le nuove misure di isolamento agli ospiti della struttura.
«Questo non è un carcere – conclude Grassi -. Non possiamo trattenerli con la forza, ma cercheremo di gestire la situazione come sempre, facendo comprendere ai ragazzi l'importanza del rispetto delle norme».