Un venegonese alla maratona di New York: "E' il sogno di ogni runner"
Paolo Crespi era iscritto per l'edizione 2020, poi il Covid lo ha costretto a "inseguire" la più famosa delle maratone per tre anni
L’ha inseguita per tre anni, e alla fine Paolo Crespi ce l’ha fatta. C'era anche lui domenica sul Terrazzano Bridge a Staten Island, New York, per la 52esima edizione di una delle maratone più famose al mondo: quella di New York.
Da Venegono Inferiore a New York per la maratona
Quarantadue chilometri e centonovantacinque metri attraversando la Grande Mela insieme ad altri 51.340 runner da tutto il mondo.
"Corricchio da un po’ di anni, è la mia valvola di sfogo e la mia medicina. Questa è stata la mia settima maratona, ma da qualche tempo mi sono dedicato più al trail - racconta il 39enne venegonese - Però quella di New York è il sogno nel cassetto di tutti gli appassionati di corsa. Così, nel 2019 avevo deciso di iscrivermi per l’edizione 2020, portando con me mia moglie, i nostri due bambini e i suoceri, che si erano uniti alla compagnia".
Una maratona "inseguita"
Poi il Covid ha rovinato i piani. Annullata l’edizione 2020, poi quella 2021 riservata ai soli statunitensi, poi la rinuncia a quella 2022 per l’incertezza dovuta alla pandemia. Il 2023 è stato l’anno buono, e per "rispolverare un po’ le scarpe da corsa", Crespi era tornato su strada a Milano.
"La cosa che più mi ha colpito è stato vedere l’intera città in festa per la maratone - continua Crespi - Persone ovunque per strada con la musica, le ragazze pon pon, famiglie e persone che facevano il tifo per tutti, dal primo dei top runner a chi la faceva passeggiando".
"Un'emozione grandissima"
Alle 9.10 la partenza con la prima "wave". All’arrivo, il cronometro segna 3 ore, 17 minuti e 19 secondi. La classifica, 2.948 esimo posto su 28.445 uomini, 3.386 su 51.340 partecipanti totali e 129esimo fra i 2.467 italiani presenti.
"Un’emozione grandissima, una botta d’adrenalina unica. Speravo di fare un po’ meglio, ma al 30esimo chilometro sono stato spiazzato dall’inizio dei crampi che mi hanno accompagnato per gli ultimi 10, togliendomi qualche minuto. Quella di New York è forse la più difficile fra le grandi maratone, piena di saliscendi e falsi piani che, insieme al jet lag e al cambio di alimentazione giocano brutti scherzi".
La prossima sfida è già nel mirino: "Mi piacerebbe fare il Passatore. Sono 100km, tra Firenze e Faenza".