Tradate

Sul tatami c'è spazio anche per le carrozzine: il Bu-Sen abbatte ogni barriera

Ospite il maestro Ciro Scarpati, rimasto paralizzato a causa di un intervento chirurgico e "inventore" di un metodo unico in Italia per consentire a tutti di poter praticare Judo e riprendere in mano la propria vita

Sul tatami c'è spazio anche per le carrozzine: il Bu-Sen abbatte ogni barriera
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Allenamento speciale sul tatami del Judo Bu-Sen Tradate.

Judo inclusivo: al Bu-Sen una lezione speciale

Allenare non solo il corpo ma anche lo spirito, imparando a rispettare gli avversari e soprattutto se stessi. Un insegnamento che nel judo non rimane all’interno della palestra ma che si applica nella vita di ogni giorno, anche di fronte alle difficoltà che possono sembrare insormontabili, come testimonia la storia di Ciro Scarpati, ospite lo scorso venerdì sera della palestra Bu-sen del maestro Michele Marano.

L’allenatore II dan, rimasto paraplegico a seguito di un intervento chirurgico, è il formulatore di un metodo unico in Italia per consentire anche a chi possiede una disabilità fisica (nello specifico una lesione midollare T7, che impedisce i movimenti dalla vita in giù) di poter praticare questa disciplina e di poter riprendere in mano la propria vita.

Un incontro con gli atleti più giovani, poi una lezione tecnica per i judoka più esperti e gli insegnanti, che hanno messo in pratica le tecniche riadattate dal maestro per essere praticate con un avversario limitato nei movimenti, mettendosi a loro volta nei panni dell’atleta paraplegico per comprenderne le fatiche ma anche le potenzialità.

La testimonianza di Scarpati

"Dopo l'incidente la mia vita è come se si fosse azzerata e fosse ripartita da capo. Inizialmente ero accecato dalla rabbia, poi questa rabbia si è trasformata in dolore, fino a quando ho iniziato a pensare non più a cosa avrei voluto fare ma a cosa avrei potuto fare. Lo Judo mi ha aiutato a rimettere in prospettiva la mia vita. La stessa parola (dal giapponese ju, cedevolezza e do, cammino) ci insiegna a percorrere la via dell'adattabilità che porta a crescere e a diventare forti nello spirito, prima ancora che nel corpo. L’amico Antonio Devincenzi mi ha seguito in questo progetto: insieme abbiamo ripensato al modo di fare judo, sviluppando un metodo che ha ricevuto una certificazione medico sportiva e che ci auguriamo possa essere adottata dalla federazione nazionale come metodo ufficiale all’interno delle palestre".

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