Le imprese di Luigi Ganna rivivono nel libro "40,405" di Stefania Bardelli
Un libro curioso, all’interno del quale vengono raccontate con amore, passione e semplicità le gesta di un pioniere del ciclismo
Nel 1908 stabilì il record italiano dell'ora al velodromo di Porta Ticinese.
Il pioniere del ciclismo è stato il primo vincitore del Giro d'Italia
Chi è stato il primo vincitore del Giro d’Italia? La domanda è ricorrente, in special modo quando ci si avvicina all’inizio della corsa rosa, e la risposta non tarda mai ad arrivare: Luigi Ganna.
Nonostante siano passati centoquindici anni da quel 13 maggio 1908, quando iniziò per la prima volta il giro, il nome di Luigi Ganna da Induno Olona – paese di circa 10.000 abitanti in provincia di Varese - lo ricordano tutti.
E lo ricorda in special modo Stefania Bardelli, giornalista sportiva di Varese nonché parente del campione delle due ruote.
Ed è per continuare a ricordarlo - realizzando un sogno conservato nel cuore da diverso tempo - che è nato “40,405”, il libro di Stefania su Luigi Ganna, il cui titolo nasce dal record dell’ora fatto registrare al velodromo di Porta Ticinese a Milano proprio nel 1908 e rimasto imbattuto per sei anni.
Ho scelto di raccontare una storia di famiglia perché Luigi Ganna era lo zio di mio nonno Umberto Gioia – racconta Stefania direttamente dal velodromo a lui intitolato all’interno dello stadio di Varese – quindi fin da piccola sono cresciuta con la passione del ciclismo, negli anni ho ricercato informazioni, mi sono documentata e ho trovato l’occasione per realizzare questo libro.
Un libro curioso, all’interno del quale vengono raccontate con amore, passione e semplicità le gesta di un pioniere del ciclismo, che ha scritto la storia di uno degli sport più belli ma anche più faticosi del mondo, uno sport che coinvolge persone di tutte le età.
Oltre all’aspetto affettivo c’è anche la voglia di riscoprire un ciclismo che fa parte solo della memoria di pochi ma, a differenza di quanto pensassi, ho riscontrato un interesse altissimo anche da persone giovanissime che vogliono conoscere le imprese del passato.
Un passato che, inevitabilmente, era molto diverso rispetto ai giorni d’oggi, e il ciclismo non faceva differenza.
A quei tempi si correva in maniera differente rispetto ad oggi – continua Stefania -, basti pensare che una bici pesava sedici chili e la gente pagava per vedere il ciclismo mentre ora non è più così, come invece succede in altri sport. Bisognerebbe restituire alle due ruote quell’anima nazional-popolare che ha sempre avuto negli anni e che ha contraddistinto la carriera e le imprese di Luigi Ganna.
Lo sport come sinonimo di vita, questo è il pensiero di Stefania verso il ciclismo.
Il ciclismo è spirito di sacrificio, rappresenta la tenacia che si mette per raggiungere i traguardi, così come è nella vita, abbiamo tutti degli obiettivi e, per raggiungerli, dobbiamo soffrire e tenere ben in mente il traguardo e quale sport se non questo fa pensare alle difficoltà della vita, il ciclismo regala tanta sofferenza ma anche tanta gioia, insegnandoti cosa è il sacrificio.
A ricordare il campione indunese anche la nipote Graziella Marzoli, visibilmente contenta ed emozionata nel vedere raccolti in un libro tante curiosità e molti aneddoti del proprio nonno.
E' sempre emozionante leggere un libro su mio nonno, tutti lo ricordano ancora, è stato il vincitore del primo Giro d'Italia; cosa mi è piaciuto di più? Sicuramente la prefazione di Federico Buffa e la tenerezza con cui Stefania ha ricordato Luigi Ganna, ha colto degli aspetti che è riuscita a sintetizzare in poche parole.
Un libro da leggere su due...ruote.
Titolo: 40,405
Autrice: Stefania Bardelli
Prefazione: Federico Buffa
Casa editrice: Sunrise media
Stefania Bardelli
Graziella Marzoli, nipote di Luigi Ganna
L'intitolazione del velodromo a Luigi Ganna
Il velodromo Luigi Ganna
Il velodromo all'interno dello stadio di Varese
Il velodromo
Stefano Benetazzo