le parole del direttore generale

La nuova Caronnese: intervista a Emiliano Nitti

“Volevo continuare a fare calcio, che per me è la cosa più importante. La scintilla che mi ha convinto ad accettare è stata il progetto a 360°"

La nuova Caronnese: intervista a Emiliano Nitti
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Intervista al direttore generale della Caronnese che ha voluto presentare tutte le novità in programma per la squadra di Caronno Pertusella.

La nuova Caronnese di Emiliano Nitti

Continua il nostro viaggio alla scoperta dei volti che compongono la nuova Caronnese. Spazio quindi a Emiliano Nitti, nuovo direttore generale della nostra società, avvocato e grande appassionato di calcio. In questa breve chiacchierata abbiamo provato a toccare tutti i punti fondamentali che ci permettono di entrare nella sua visione della Caronnese 2023/24.

Emiliano, come sta andando questa nuova avventura?

“Decisamente oltre ogni aspettativa. La squadra sta andando bene, in società si respira un clima positivo e ci sono tanti progetti che stiamo portando avanti. Tutti ci guardano come un esempio, anche le altre società del nostro livello. Se mi aspettavo un inizio del genere? Dal punto di vista sportivo in un certo senso sì, perché abbiamo una prima squadra competitiva che punta per i primi posti di questo campionato di Eccellenza. Per il resto, la sorpresa più piacevole è stata la scoperta delle persone che mi hanno coinvolto in questo progetto. Per me è molto importante che la dirigenza faccia sentire e vedere la propria presenza al campo. Stiamo cercando di mantenerla e anche i giocatori l’hanno notata e ne hanno capito il senso. Per loro è uno stimolo, oltre che il segnale di un ambiente fresco”.

Che cosa e chi ti ha portato alla Caronnese?

“Volevo continuare a fare calcio, che per me è la cosa più importante. La scintilla che mi ha convinto ad accettare è stata il progetto a 360° dietro la Caronnese. In altri posti non c’era l’autonomia che abbiamo qui. Con tutti i pro e i contro che comporta”.

Hai una figura a cui ti ispiri pensando al tuo ruolo di DG?

“Una figura da cui traggo ispirazione no, ma alla fine provo a interpretare il ruolo del DG imparandolo sul campo, visto che non è il mio mestiere. Anche tenendo conto degli errori del passato, lo sport ti insegna che anche se non vinci, impari sempre qualcosa e non perdi mai”.

Obiettivo principale di questa nuova stagione?

“Provare a vincere il campionato, anche se sarà difficile, e dimostrare di fare le cose seriamente. Riportare la Caronnese ad essere il punto di riferimento sportivo che aveva raggiunto in passato”.

Quali sono i punti di forza di questa nuova Caronnese?

“Sicuramente uno di questi è l’entusiasmo dei soci e delle persone che abbiamo coinvolto. Anche i volti nuovi del cda sono molto entusiasti. Abbiamo creato un cda che rappresenta le tante anime della Caronnese. Ognuno di noi ha i propri compiti, ogni membro vuole rappresentare il passato e il futuro. Non dimentichiamoci un altro punto fondamentale: l’entusiasmo, le competenze diversificate e anche il Comune che ci sta appoggiando pienamente, elemento che in passato era mancato. Noi abbiamo fatto un po’ quelli che hanno portato la nuova linfa che si era persa negli ultimi anni, così da dare una spinta nuova, perché la struttura c’era già. Quando si perde ci si abitua a perdere e così diventa molto difficile ritornare a vincere”.

Prima squadra: dopo la retrocessione, obiettivo pronta risalita o c’è altro?

“Obiettivo riprovarci, anche se non so se ce la faremo già in questa stagione. Puntiamo ad arrivare a giocare almeno i playoff. Abbiamo con noi elementi di primissimo livello come Mister Roberto Gatti e il DS Menicucci su cui fare affidamento”.

Focus giovani: quanto sono importanti nella nuova Caronnese?

“I giovani li vogliamo portare dove meritano, abbiamo allenatori top a tutti i livelli, come ad esempio Mastropasqua che allena la Juniores regionale, ma potrebbe tranquillamente allenare una prima squadra. Noi per costruire una società che si regge sulle proprie gambe abbiamo estremamente bisogno del settore giovanile, così da coltivare i talenti che in futuro saranno la colonna vertebrale della prima squadra”.

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