Il saluto di Carbone: "In 25 anni ho coperto qualsiasi ruolo. Ora farò il tifoso"
"E' come lasciare un figlio. A 25 anni è però tempo che cammini da solo"
Fondatore, giocatore, primo marcatore ma anche segretario, allenatore, presidente: Paolo Carbone nei 25 anni dell'Amatori Tradate Rugby Club ha vissuto ogni sfaccettatura della società che fondò nel '95 con alcuni amici. Ora, col passaggio di presidenza a Carlo Giacomelli, si "limiterà" a un ruolo in tribuna.
Carbone: "E' come lasciare un figlio, ma ora deve camminare da solo"
Con l'uscita da ogni ruolo amministrativo e il passaggio della presidenza a Giacomelli, l'Amatori Tradate Rugby Club sta vivendo la fine di un ciclo e l'inizio di un altro. Fine di un’avventura durata 25 anni e di un’altra di quasi 10 per Paolo Carbone, fondatore e presidente dell’Asd Amatori Tradate Rugby Club.
"Per me questa società è un come un figlio, che ora è giusto inizi a camminare da solo – spiega Carbone – Venticinque anni, seppur con ruoli diversi, sono tanti ma da tempo avevo già deciso che sarebbe stato tempo di fare un passo indietro".
Un'avventura iniziata tra cinque amici su un traghetto sul lago Maggiore e arrivata a contare 439 partite ufficiali e circa 200 tesserati attuali.
"Sono passati 25 anni da quando è iniziato tutto – ricorda l’ormai ex presidente – Prese forma il 13 gennaio 1995 da una idea di 4 amici in una nottata al freddo sopra un traghetto sul lago Maggiore, ad aprile la fondazione, a luglio l’affiliazione, a ottobre il primo campionato. 25 persone il primo gruppo, un azzardo allora ma che numeri di oggi, circa 200 tesserati e tutte le categorie rappresentate dicono sia stato ben riposto. Un club per vivere deve essere fatto da passato, presente e futuro. E questi tre fattori nel nostro club ci sono tutti, in ogni aspetto".
Tanti padri di una grande famiglia
Sempre forte l'attenzione per il futuro, con il primo "investimento" con l'apertura della società ai 15 e 16enni per creare le energie per i "rincalzi" dei primi 25 fino al 2007 con la nascita del Minirugby, "creato quando mio figlio Daniele mi ha detto di voler giocare a rugby e volerlo fare nella squadra di papà – ricorda Carbone – Lui e altri 7 iscritti. E uno di quei ragazzi che ho allenato oggi gioca nella nostra prima squadra, un orgoglio".
"Tutto però sarebbe stato impossibile senza alcune persone - continua - Bruno Porretti, Daniele Franchi e Filippo De Bernardi che erano insieme a me i 4 amici sul traghetto; il nostro primo presidente Vito Artioli che, seppur non conoscesse il rugby ha accettato con entusiasmo di rappresentarci aiutandoci nei primi passi a Tradate. Su tutti però va ringraziato un nome, quello di Gino Restelli. Grazie a lui, alla sua famiglia e alla sua azienda siamo riusciti a diventare quelli che siamo. Sponsor per oltre una decina d’anni (spesso l’unico) ma anche presidente".
"La società è viva. Per me resterà sempre una casa"
Con un bagaglio simile, il passaggio di consegne non può essere solo una formalità e una stretta di mano.
"Il rugby ha dai valori straordinari: rispetto, amicizia, senso di appartenenza. E questi valori devono essere mantenuti e insegnati. Voglio ringraziare l’intero consiglio direttivo dimissionario: non sono mancate le difficoltà ma alla base c’è stato un confronto costruttivo che ci ha permesso di crescere ulteriormente. Non sbaglio a ritenere questo gruppo di lavoro uno dei migliori della nostra storia. L’Amatori Tradate Rugby Club è vivo e ha bisogno di tutti i suoi componenti per gridarlo forte - conclude Carbone - Sarò sempre a disposizione per dare una mano. E ho chiesto un “posto riservato” nelle future tribune. Questa per me resterà per sempre casa".