Nella serata di giovedì è arrivata anche la tanto agognata riforma per il return to play. Di cosa si tratta? Di tutti i provvedimenti che dovranno prendere i vari giocatori che hanno contratto il Covid per poter tornare a giocare. Una riforma che riguarda il mondo dei dilettanti e tutti gli sport. Di seguito una spiegazione dei cambiamenti legati al return to play.
Le regole per il return to play
Il documento ufficiale (CLICCA QUI per scaricarlo) è stato elaborato dalla Federazione Medico Sportiva Italiana, in qualità di Federazione medica del CONI e unica Società Scientifica riconosciuta per la Medicina dello Sport dal Ministero della Salute. Un protocollo che è stato aggiornato in base alle più recenti evidenze medico-scientifiche in relazione all’infezione da SARS-CoV-2. Il documento tiene conto del mutato contesto sanitario nazionale e dell’avanzamento della campagna vaccinale. L’obiettivo, in accordo con il CONI, è quello di favorire la ripresa dell’attività sportiva dopo infezione da SARS-CoV-2 in condizioni di sicurezza per l’atleta, senza ulteriore aggravio del Sistema Sanitario Nazionale. Il presente documento ha valenza scientifica, l’aspetto legislativo rimane di competenza del Ministero della Salute, a cui tale documento è stato inoltrato, unitamente al Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Dipartimento per lo sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Comitato Olimpico Nazionale Italiano.
Il nuovo protocollo e gli esami da sostenere
Nel testo la parte più importante è quella relativa ad: “Atleti che abbiano presentato un’infezione asintomatica o paucisintomatica o “malattia lieve” e che comunque non siano ricorsi a ricovero ospedaliero”. Per loro in vista una valutazione in relazione all’età, , alla presenza o meno di patologie individuate come fattori di rischio cardiovascolare (ad esempio diabete, ipertensione, ipercolesterolemia) ed allo status vaccinale. Per tali atleti è necessario, oltre alla visita medica effettuata dallo specialista in Medicina dello Sport, un approfondimento con i seguenti esami diagnostici: Ecg e test da sforzo con monitoraggio elettrocardiografico continuo (per gli atleti under 40).
Le tempistiche
I summenzionati esami andranno eseguiti non prima che siano trascorsi 7 giorni dall’avvenuta guarigione da SARS-CoV-2. Quest’ultima deve essere accertata secondo la normativa vigente per gli atleti sotto i 40 anni che abbiano completato il ciclo vaccinale primario nei 120 giorni precedenti, ovvero siano guariti da infezione da SARS-CoV-2 nei 120 giorni precedenti. Acquisita l’idoneità o l’attestazione di “Ritorno all’attività”, l’atleta potrà riprendere gradualmente gli allenamenti e/o l’attività, sotto l’attento controllo del Medico sociale e/o del Responsabile sanitario della società sportiva.