Scuola, il sindaco di Malnate scrive a Mattarella: "Si trovino nuove strategie alternative alla DaD"
Il sindaco di Malnate Irene Bellifemine: "Si potrebbe pensare a turni di lezioni nei parchi, nelle piazze messe a disposizione per le scolaresche, nei cortili delle scuole, negli oratori. La DaD non fa bene ai ragazzi, alle famiglie e penalizza tutti, donne in primis"
Giorni e settimane "calde" sul tema scuola: settimane di proteste per il ritorno alla Didattica a Distanza obbligatoria dopo mesi e mesi di promesse in senso opposto, ieri migliaia di genitori, insegnanti e alunni nelle piazze per chiedere il ritorno alla didattica in presenza e gli allarmi di psicologi, educatori ed enti sulle conseguenze negative che la chiusura delle scuole e quindi lo stop alla socialità e al contatto con gli insegnanti e i propri coetanei, può avere e sta già avendo sulle giovani generazioni.
Così il sindaco di Malnate Irene Bellifemine dopo l'incontro con una delegazione di genitori, ha deciso di scrivere al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente del Consiglio Mario Draghi e al Presidente della Lombardia Attilio Fontana esprimendo tutta la propria preoccupazione e chiedendo una sola cosa: una strategia alternativa che possa coniugare didattica, educazione e crescita alla sicurezza che non passi più da un monitori e dalla DaD.
Scuola, la lettera del sindaco di Malnate al Presidente Mattarella
Caro Presidente della Repubblica Mattarella, Presidente Draghi, Governatore della Lombardia
Come Sindaco della mia amata Città di Malnate e come mamma di 4 figlie vi scrivo perché voglio esprimervi la mia preoccupazione per i nostri figli costretti alla didattica a distanza. Un antico detto africano afferma che per fare un bambino ci vuole un intero villaggio. In questo momento storico, dove prevale il distanziamento, il villaggio viene a mancare e i bambini si sentono sempre più soli e lontani dai compagni, dagli insegnanti che, dopo i genitori e i nonni, sono le persone più importanti per la loro crescita affettiva e cognitiva.
L'uomo è un animale sociale e come tale per vivere, crescere, imparare deve rapportarsi con gli altri. Un bambino impara attraverso il contatto, gli sguardi, l'imitazione, l'inflessione della voce di chi lo circonda: la mamma, il papà, gli adulti, i coetanei.
Il mio insegnante delle superiori ci diceva che l'etimologia dal latino della parola insegnare vuol dire "incidere, imprimere dei segni" ovvero un buon insegnante, sia esso un genitore, un educatore, un maestro, un professore deve lasciare il segno nella mente dei ragazzi per contribuire alla sua crescita armoniosa.
Ora mi chiedo: come può un'insegnante lasciare il segno nella mente dei suoi studenti attraverso un monitor?
Come può un bambino al suo primo anno di scuola imparare ad impugnare la penna nel modo corretto se non può essere accompagnato dal tocco premuroso della sua insegnante?
Come può un bambino o un adolescente confrontarsi con i suoi coetanei e sviluppare le sue competenze sociali attraverso il pc o peggio attraverso il cellulare senza incorrere nei rischi del web?
La dottoressa Lucangeli afferma che le emozioni generano i ricordi e i ricordi imprimono dei cambiamenti nella psiche del bambino in evoluzione, che saprà dunque riconoscerle in futuro e adeguare la sua risposta.
Dunque che emozioni possono generarsi davanti ad un PC durante le tante ore di didattica a distanza?
Sono una madre di 4 ragazze e capisco le difficoltà dei ragazzi e il disagio che provano nella privazione di un diritto importante come quello dell'istruzione ma anche della socializzazione.
Capisco che la pandemia vincola nelle scelte governative, ma occorre trovare strategie diverse per tutelare le nuove generazioni ed anche i genitori.
Allora perché non autorizzare le lezioni all'aperto in questo momento di emergenza? Garantendo il distanziamento si potrebbe arginare ulteriormente il rischio di contagio permettendo comunque ai bambini di frequentare le lezioni in presenza.
Si potrebbe pensare a turni di lezioni nei parchi, nelle piazze messe a disposizione per le scolaresche, nei cortili delle scuole, negli oratori...
Inoltre la DaD sta penalizzando le famiglie già in gravi difficoltà lavorative. Sta discriminando ancora una volta le donne costrette spesso a rinunciare al lavoro per seguire il figli. Inoltre ci sono molte famiglie che, per ragioni economiche, anche legate alla pandemia, non possono permettersi di comprare un pc o ne necessitano più di uno in famiglia e non possono permetterselo.
Dunque chiedo di evolversi e trovare nuove strategie per ritornare ad essere un "villaggio" che sa prendersi cura della crescita di un bambino, di un ragazzo che ha il diritto di socializzare, di imparare, di esplorare, di crescere in modo sano.
Come Sindaco mi metto a disposizione della scuola, dei genitori, dei bambini e dei ragazzi al fine di evolverci come comunità e trovare nuove strategie per affrontare la pandemia garantendo i diritti dei nostri figli in sicurezza.
Venerdì scorso ho accolto una delegazione di genitori che mi hanno manifestato i loro timori relativi alla continua didattica a distanza.
Comprendendo le loro paure mi sono resa disponibile ad un confronto.
Chiedo ora che ad alto livello governativo, regionale e statale, si prendano decisioni per legittimare e favorire strategie alternative di didattica che non sia solo davanti ad un pc o un cellulare.
Sono sicura della comprensione e confido nel vostro interessamento verso questo tema delicato e importantissimo e spero in una celere risposta.
Grazie
Cordiali saluti
Maria Irene Bellifemine
Sindaco di Malnate