Maturità 2020, mancano ancora i commissari. Rizzoli: "Inaccettabile"
Lo sfogo dell'assessore Rizzoli: a una settimana dall'inizio delle prove mancano all'appello ancora 700 commissari
A sei giorni dall'inizio delle prove della Maturità 2020 le commissioni sono in grave ritardo, e già si parla di slittamenti.
Maturità 2020, Governo e scuola bocciati
"Se la maturità 2020 dovrà essere il banco di prova della ripartenza della scuola, come dichiarato dal coordinatore del Comitato tecnico-scientifico Agostino Miozzo nella sua audizione di ieri alla Camera, allora facciamo fatica ad essere ottimisti".
Lo ha dichiarato l’assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia Melania Rizzoli. Parole che testimoniano le grandi difficoltà, e carenze, che ancora circondano la Maturità 2020.
Se all'esame non si presentano i prof
Il problema principale riguarda i commissari, che non si trovano. All'adesione, volontaria, hanno risposto molti meno del necessario:
"A sei giorni dalla presunta data di inizio delle prove di maturità del 2020 messe in piedi in qualche modo solo con un’ordinanza di due mesi e mezzo dopo l’inizio della crisi sanitaria – prosegue l’assessore – non abbiamo abbastanza commissari in Lombardia. Al 5 giugno 2020, su 1.700 necessari nelle scuole lombarde, ne mancavano 700. Solo a Milano, 300 su 600; 70 a Varese, 65 a Monza”.
Possibili slittamenti
E il rischio è che senza i commissari si possa decidere di far slittare le sessioni: "A molti maturando – ha rimarcato l’assessore – è stato anche preannunciato un possibile slittamento della data, per i ritardi nella composizione delle commissioni. Nonostante le deroghe approvate dal Ministero, l’adempimento si sta rivelando più difficile di una ‘mission impossible'. Senza scadere nella retorica dell’esperienza mancata di questa generazione di maturandi tutto questo è inaccettabile".
Il "6 politico" non funziona
Prosegue Rizzoli:
"Salvare l’anno scolastico e formativo annunciando di fatto la promozione di tutti – sottolinea – è l’esatto contrario di ciò che la scuola deve essere per il futuro dei giovani. Pur abituati a una politica che annuncia e smentisce – conclude – non possiamo che stigmatizzare questa modalità soprattutto nei confronti degli studenti. Loro, più di tutti, hanno subito gli effetti della pandemia. Quindi, ad essi si deve chiarezza sia per gli esami di Stato che si apprestano a sostenere, sia rispetto all’avvio del prossimo anno scolastico e formativo nella massima sicurezza".