"La scuola dopo il Coronavirus", se ne parla col professor Mantegazza
Un momento di confronto e di riflessione con l’autore del libro proposto dal Comitato Genitori del Galilei per martedì 6 ottobre in Frera a Tradate.
Il Comitato genitori del Galilei di Tradate insieme all’associazione Gregory organizza una conferenza pubblica col docente di Scienze pedagogiche presso il dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano-Bicocca il professor Raffaele Mantegazza che presenterà il suo libro “La scuola dopo il Coronavirus”.
La scuola dopo il Coronavirus
A fine febbraio le aule sono rimaste vuote. Nel suo libro il professor Mantegazza immagina il dopo Coronavirus, quando sarà necessario non solo ripartire ma rifondare la scuola, iniziando dall’insostituibile relazione tra insegnanti e allievi. Un argomento sul quale riflettere e portare all’attenzione anche del pubblico tradatese almeno nelle intenzioni del comitato genitori del Galilei che ha promosso una conferenza pubblica alla Frera per il 6 ottobre alle 21. Ospite il professor Mantegazza, il docente universitario e autore del libro “La scuola dopo il Coronavirus”.
Dopo il Coronavirus, ripensiamo, rifondiamo la scuola
I giorni del Coronavirus segnano un cambiamento: si parla di un “dopo” come si è fatto per le grandi tragedie che hanno afflitto l’umanità. Anche la scuola non può sottrarsi a questa ridefinizione degli obiettivi, dei mezzi, delle strategie per poter vivere insieme una vita serena. Come sarà la scuola dopo il Coronavirus? L’occasione che ci si presenta è importante per ripensare la didattica, la valutazione, il rapporto tra strumenti e contenuti e soprattutto la relazione educativa: una relazione fisica, corporea, che è proprio ciò che ci manca in modo così lacerante in questi giorni di isolamento. Il primo giorno di scuola dopo l’emergenza non dovrà essere semplicemente un ripartire ma un rifondare la scuola, un ripensarla a partire dall’insostituibilità della relazione di contatto tra insegnanti e allievi.
"La classe è un gruppo di lavoro e la verifica un’emozionante scalata alla vetta"
In una recente intervista Mantegazza così disegna la nuova scuola:
“La classe è un gruppo di lavoro. A scuola si impara solo per e con gli altri, e il gruppo è un luogo nel quale non ritrovo (almeno non necessariamente) i miei amici ma i miei compagni di apprendimento. Una scuola che ha troppo spesso usato le valutazioni come classifiche e la corsa al profitto come competizione tra i ragazzi è una scuola che il coronavirus avrà sconfitto per sempre. Ma se la scuola in questi giorni ci manca, allora significa che essa è ancora un oggetto del desiderio; e in questo mondo desiderato e desiderabile dove la verifica dell’apprendimento dovrebbe emozionare come la scalata alla vetta, l’interrogazione come la parte da recitare davanti a un pubblico in silenziosa attesa. E questo non «nonostante» i contenuti ma proprio a partire dalla loro affettivizzazione”.