"La dad non è la scuola": 150 bambini e genitori in piazza per chiedere di tornare alla didattica in presenza
Una manifestazione partecipata quella in piazza Gramsci a Tradate con striscioni, bandiere bianche e testimonianze e un’unica voce: “Vogliamo tornare a scuola”
Anche i genitori e gli alunni di Tradate, come di altre città, oggi domenica 21 marzo, primo giorno di primavera, sono scesi in piazza per gridare a gran voce "Tutti a scuola subito"
Una mobilitazione di genitori e alunni in piazza Gramsci con striscioni, cartelli, bandiere bianche per chiedere : “Vogliamo tornare a scuola, basta dad!"
In 150 in piazza a Tradate al grido: "Riaprite le scuole"
A Tradate come in molte piazze italiane ( in contemporanea anche a Varese) oggi famiglie e ragazzi hanno unito le forze e hanno deciso di far sentire la voce dei loro figli, costretti alla didattica a distanza: “La dad non è scuola, è una copia sbiadita, mortificata e mortificante” chiedendo di tornare subito alle lezioni in presenza.
Presidio statico e nel rispetto delle norme anti Covid
Una manifestazione partecipata, un presidio statico in piazza Gramsci fuori dagli istituti scolastici con gentiori e figli posizionati a distanza di sicurezza, con le mascherine al volto e nel pieno rispetto delle disposizione anti Covid. Cento – 150 tra genitori e ragazzi disposti ordinatamente per gridare a gran voce: "Basta dad, torniamo a scuola". Promossa da un gruppo di genitori che ha aderito all’invito della Rete Nazionale “Scuola in Presenza” per chiedere a gran voce la riapertura delle scuole.
"L'istruzione è un diritto fondamentale, gli studenti e le famiglie stanno pagando un prezzo altissimo"
Tradate aderisce alla rete Nazionale "Scuola in presenza":
“Ad un anno dall’inizio della pandemia, le Istituzioni continuano a non riconoscere l’istruzione in presenza come diritto fondamentale ed essenziale, in violazione della Costituzione. La scuola, ci ricorda l’art. 34 della stessa, è “aperta a tutti” e tutti i giovani hanno diritto a un percorso di studi di qualità. Gli studenti, e le loro famiglie, stanno ancora una volta pagando un prezzo altissimo, sia in termini di istruzione negata, sia per il danno psicologico e sociale causato dall’uso prolungato della Didattica a Distanza e dell’obbligo innaturale all’isolamento. Sconcertati dall’indifferenza del Governo e delle Regioni su un tema fondamentale per il futuro del nostro Paese e preoccupati dalla crescente disuguaglianza sociale, i comitati aderenti alla Rete Nazionale “Scuola in Presenza” scenderà in piazza in maniera coordinata e sicura per chiedere il ripristino immediato della didattica in presenza per ogni ordine e grado d’istruzione. Non tollereremo, in ogni caso, che si rimandi l’apertura oltre l’8 aprile né che la Didattica a distanza venga adottata come “soluzione” di lungo termine al problema della pandemia mentre altri Paesi europei si attivano per difendere l’istruzione in presenza. Uniti da Nord a Sud siamo pronti a mobilitarci in ogni sede per far in modo che gli studenti italiani di ogni regione possano godere di uguali diritti e per frenare il crescente gap di formazione e salute nei confronti dei loro coetanei europei”.
Cartelli, striscioni e bandiere bianche
“Giù le mani dalla scuola” “La scuola è salute” “Vogliamo tornare a scuola” “Dimenticati a distanza” “La scuola non si tocca la dad si stoppa”, “La dad non vogliamo fare e a scuola vogliamo tornare”. Sono alcuni dei cartelli e dei manifesti srotolati o appesi ai propri zaini per ribadire che la scuola è uno spazio insostituibile e che deve rimanere aperto denunciando i danni in termini di istituzione e di benessere psicofisico per un’intera generazione di alunni costretti a seguire le lezioni attraverso un pc. Diverse le testimonianze ascoltate durante la manifestazione pacifica.
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