#GiùLeManiDallaScuola: le proteste dei genitori montano in tutta la provincia
Continuano le proteste contro il ritorno alla Didattica a Distanza
A una settimana dalla chiusura improvvisa delle scuole, e con notizie da Roma di norme sempre più restrittive che rimandano a data da definirsi la riapertura e il ritorno in aula, monta la protesta dei genitori anche in tutto il territorio della provincia di Varese.
#GiùLeManiDallaScuola: genitori in protesta
Corrono sui social, tra le bacheche, nelle chat e nei gruppi Whatsapp il malcontento e l'esasperazione dei genitori e delle famiglie che dopo mesi e mesi di promesse hanno visto di nuovo i propri figli e il mondo della scuola messi all'ultimo posto, indicati come untori e veicoli di contagio. Il susseguirsi di chiusura-riapertura-promesse di non chiudere più-dati in aumento-chiusura, che ormai si ripete ciclicamente dall'inizio dell'anno scolastico sta mettendo a dura prova non solo la pazienza delle famiglie ma soprattutto la tenuta del sistema educativo. I dati sul tasso di abbandono scolastico, quelli sul disagio e il malessere giovanile fino a quelli sui tassi di autolesionismo e tentativi di suicidio tra i giovani sono sempre più allarmanti.
Ed è per questo che mamme e papà anche in provincia di Varese stanno alzando la voce. Lo hanno fatto, ad esempio, i titolari della locanda La Collegiata di Castiglione Olona con un video in adesione alla protesta #GiùLeManiDallaScuola, lo hanno fatto i genitori del Tradatese che la scorsa settimana nel primo giorno di zona arancione scuro hanno affisso dei cartelli contro la Dad, lo stanno facendo i tanti che si stanno organizzando per nuove forme di protesta. Tra queste, quella di ricoprire i cancelli delle strutture scolastiche chiuse coi disegni e i messaggi dei bambini per la loro scuola, come sta facendo il neonato gruppo Facebook GiùLeManiDallaScuola Gorla Minore.
Contagi, quarantene e numeri
Alla base della protesta c'è una diversa analisi dei dati che arrivano dalle scuole su quarantene e contagi. La domanda infatti è se i dati prevalenti sui giovani siano dovuti a un'effettivo maggiore rischio di infettarsi a scuola o, piuttosto, a controlli più stringenti e protocolli che (fortunatamente) sono in grado di individuare i casi positivi: al primo sintomo in una classe infatti scattano subito quarantene e tamponi, con una sorveglianza continua che non si vede in nessun altro contesto.