la gradita visita

All'Istituto Riva il cappellano del carcere minorile Beccaria

Gli studenti hanno mostrato un grande interesse, anche perché don Claudio è molto conosciuto tra gli adolescenti: non a caso viene definito il “prete dei trapper”

All'Istituto Riva il cappellano del carcere minorile Beccaria
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Un sacerdote in prima linea, le classi seconde del “Giulio Riva”, l’educazione civica e tante domande. Questi gli ingredienti di una mattinata davvero speciale per lo storico Istituto tecnico di Saronno. Lo scorso 5 aprile l’aula magna della scuola ha visto la presenza di don Claudio Burgio, che ha incontrato gli studenti delle classi seconde nell’ambito del Progetto di Educazione Civica sulle Dipendenze e la Legalità.

All'Istituto Riva la visita di don Claudio Burgio

Don Claudio Burgio è molto conosciuto: è cappellano dell’Istituto penale minorile “Cesare Beccaria” di Milano e fondatore della comunità “Kayròs” dal 2000.

Il sacerdote ha raccontato la sua esperienza nel carcere e le storie dei suoi ragazzi che si trovano o sono passati dalla sua comunità, che accoglie, in un percorso di rieducazione, minori e adolescenti che hanno vissuto situazioni di vita difficile.

Gli studenti hanno mostrato un grande interesse, anche perché don Claudio è molto conosciuto tra gli adolescenti: non a caso viene definito il “prete dei trapper”, un genere di musica amata proprio dai più giovani. Sono state ascoltate alcune testimonianze molto interessanti: le storie di baby- gang e la vicenda di Daniel, raccontata nel bel libro di Andrea Franzoso intitolato “Ero bullo. La vera storia di Daniel Zaccaro”, di recente pubblicazione.

Il percorso di redenzione di molti ragazzi

Anche se alcuni di loro ancora oggi devono scontare gli errori commessi, il percorso di molti ragazzi seguiti dal sacerdote è stato segnato da un cambiamento di vita, grazie all’incontro con chi li ha saputi guardare per il valore della loro persona, senza mai giustificare i loro errori.

C’è stato un momento di dialogo con diverse domande da parte degli studenti del “Riva”, e l’incontro si è chiuso con un bel messaggio finale: “Non esistono ragazzi cattivi”, titolo di un suo libro, che è anche il motto che si trova all’entrata della comunità di don Burgio.

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