Un sistema robotico mini invasivo per il trattamento dei sintomi del basso tratto urinario, in particolare dell’ipertrofia prostatica benigna, per interventi sempre più mirati, controllati e immediati. Giovedì 2 ottobre i primi quattro interventi all’Ospedale di Saronno che diventa centro di riferimento aziendale per la nuova metodica.
Urologia, arriva la chirurgia robotica mininvasiva
A spiegare nel dettaglio la novità del nosocomio saronnese sono stati il dottor Matteo Justich e il dottor Efrem Pozzi, dell’Unità Operativa di Urologia diretta dal dottor Giovanni Saredi.
“Si tratta di una tecnica che combina la nitidezza dell’imaging multidimensionale in tempo reale, l’autonomia robotica e l’ablazione a getto d’acqua senza calore e senza bisturi per la rimozione del tessuto prostatico in eccesso che provoca sintomi importanti del basso tratto urinario”.
Gli interventi con questa tecnica durano meno di 60 minuti e permettono di preservare le funzioni sessuali (nella stragrande maggioranza è conservata l’eiaculazione) e riducono i tempi di recupero (le dimissioni in massimo 2-3 giorni).
“Trattandosi di una disostruzione precisa, mininvasiva ed eco-guidata, i vantaggi per il paziente si traducono in una elevata tutela delle funzioni sessuali, una riduzione delle complicanze e tempi di degenza più brevi”, spiega il dottor Justich, “Il tessuto prostatico viene infatti rimosso tramite un getto d’acqua ad alta velocità, senza l’utilizzo di calore; i risultati ottenuti sono concreti e misurabili in termini di efficacia e sicurezza”.
Una pratica che come aggiunge il dottor Pozzi, permette di effettuare interventi ad hoc a seconda delle specifiche caratteristiche del paziente:
“Possiamo senza dubbio sottolineare come questa nuova metodica si adatti, al meglio, ad un percorso di cura personalizzato; la combinazione dei tre principi d’azione del sistema robotico (acquisizione di immagini in tempo reale, pianificazione della rimozione del tessuto prostatico in base alle immagini acquisite e Idro-ablazione del tessuto target senza impiego di energia termica) permette di rimuove il tessuto prostatico in modalità robotizzata e in base alla specifica anatomia del paziente”.
Una tecnologia innovativa, fa sapere la Direzione sanitaria, che non solo rende più accessibili le cure anche per le patologie benigne ma grazie a una procedura standard e a tempi operatori ridotti permetterà di trattare un numero sempre crescente di pazienti affetti da ipertrofia prostatica benigna.