ViviCislago: "Da anni denunciamo la mancanza di rispetto a sfondo sessista"
Il gruppo politico di opposizione commenta le dimissioni di Broli e Melis, condannando ancora una volta l'atteggiamento del sindaco.
ViviCislago, il gruppo politico di opposizione rappresentato in consiglio comunale da Debora Pacchioni, Romina Codignoni e Claudio Franco, dopo aver condannato fortemente quanto avvenuto nell'ultima seduta consiliare, commenta le dimissioni da consigliera di Valentina Melis e da assessore e vicesindaco di Chiara Broli.
ViviCislago: "Da anni denunciamo gli atteggiamenti inaccettabili del Sindaco"
Pubblichiamo il commento del gruppo politico di opposizione ViviCislago, che ripropone una carrellata di episodi avvenuti all'interno e all'esterno delle sedi istituzionali che, già condannati a suo tempo, dimostrano "atteggiamenti di superiorità nei confronti di tutti e troppo spesso del genere femminile", di cui l'ultimo all'origine delle dimissoni di Broli e Melis.
Per diversi anni il nostro gruppo ha denunciato gli atteggiamenti inaccettabili del Sindaco e tutto ciò che solo oggi si traduce nelle motivazioni delle dimissioni della Consigliera Valentina Melis, e della rinuncia al ruolo di Assessore e Vice Sindaco da parte di Chiara Broli. Le avvilenti considerazioni del Sindaco, i suoi insulti, alcuni sotto gli occhi attoniti dei cittadini presenti nei luoghi istituzionali, le urla, le offese, gli atteggiamenti di superiorità nei confronti di tutti e troppo spesso del genere femminile - senza dimenticare i commenti sessisti e violenti scritti sui social dai quale lui non si è dissociato come avrebbe dovuto – sono tutti episodi di cui vi è ampia documentazione e che hanno messo Cislago al centro di un inaccettabile spettacolo politico, basato sulla mancanza di rispetto, troppo spesso a sfondo sessista. Fin dai primi momenti del suo insediamento, il Sindaco Cartabia non ha perso occasione di dimostrare i limiti di un carattere arrogante e oltremodo autoritario, che non risulta essere compatibile con il ruolo che ricopre e che, certamente, ognuno di noi, ha definitivamente il dovere di condannare. Non possiamo dimenticare l'episodio in cui, nel bel mezzo di un Consiglio Comunale, rivolse un insulto gratuito alla Consigliera Romina Codignoni e gli ingiustificabili atteggiamenti di superiorità, le urla e l'arroganza ai danni della Capogruppo di VIVICISLAGO, Debora Pacchioni. Sono altrettanto conosciuti gli episodi attraverso i quali si è relazionato con cittadine e cittadini, dimostrando totale incapacità di dialogo. Abbiamo più volte espresso preoccupazione e la nostra ferma condanna per gli atteggiamenti messi in atto da colui che ricopre il ruolo istituzionale più importante del nostro paese, ma riteniamo che quanto accaduto ultimamente, non debba più trovare giustificazione da parte di nessuno. L’atteggiamento riservato all'ex assessore Marzia Campanella, durante il consiglio comunale di inizio maggio, quando il Sindaco le ha proibito l'ingresso in sala, ordinando di farla accomodare fuori e facendo chiudere la porta in modo da impedirle persino di ascoltare, è stato uno dei più raccapriccianti episodi dei quali si è macchiato. Un gesto talmente umiliante, per di più commesso ai danni di colei che per quattro anni ha lavorato incessantemente al fianco del Primo Cittadino, e che denota, senza dubbio alcuno, l’arroganza e la supponenza di una persona totalmente incapace di rappresentare le istituzioni. Ma durante il Consiglio Comunale del 3 giugno, il Sindaco ha palesato definitivamente il suo essere: i toni, l'atteggiamento di superiorità, ma soprattutto i contenuti delle parole rivolte al suo assessore e vice Chiara Broli, uditi da tutte le persone presenti in sala consiglio, in quei 20 minuti di svilenti momenti carichi di insulti, con frasi irripetibili e fuori da ogni logica di civiltà, oltre che di lessico politico, sono totalmente estranei alla democrazia e ai principi di rispetto. Tutti questi atteggiamenti finiscono, inevitabilmente, per alimentare e dare legittimazione allo svilimento e alla discriminazione delle donne nella società, nel mondo del lavoro, nelle istituzioni, nella vita e politica, e attacchi di questo genere, se non condannati, diventano sostanza, in un momento storico dove i fatti di cronaca, troppo spesso, raccontano di donne che subiscono violenza, verbale o fisica. Chiunque ricopre incarichi istituzionali ha il dovere di porre fine a questi comportamenti, schierandosi apertamente e una volta per tutte contro una tale deriva, perché non prendere le distanze da tali atteggiamenti significa giustificarli ed esserne complice.