Vaccino Covid, distribuzione affidata ad Arcuri. Mal di pancia in maggioranza
Una nomina "inaspettata" e non condivisa con la maggioranza, lamenta il deputato di Italia Viva Librandi. Che sul nome non si nasconde: "Dopo la follia dei banchi a rotelle meglio una figura diversa"
Ieri è stata affidata al commissario straordinario per l'emergenza Covid Domenico Arcuri l'incarico per la redazione di un piano di distribuzione del vaccino Pfizer contro il coronavirus. Una decisione che nella maggioranza non piace a tutti, come dimostrano le dichiarazioni al vetriolo del deputato di Italia Viva Gianfranco Librandi.
Vaccino Pfizer, ci pensa Arcuri
C'è chi dice no, o almeno avrebbe potuto avere la possibilità di farlo. La decisione di affidare ad Arcuri la futura distribuzione del vaccino Covid. Un incarico delicato, considerando l'importanza di riuscire, una volta consegnate le prime dosi, a distribuirle e somministrarle in maniera rapida e vista la difficoltà nel caso del prodotto Pfizer inscritta nella conservazione ad almeno -70 gradi centigradi. E una nomina che non convince tutti, visti soprattutto i "precedenti" di Arcuri tra banchi a rotelle, mascherine e dispositivi di protezione individuale.
Arcuri, un uomo per mille incarichi
Quello legato al vaccino Covid è l'ennesimo incarico affidato in via diretta dal Governo ad Arcuri. Già Amministratore delegato di Invitalia, l'Agenzia Nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'
Librandi (Italia Viva): "Meglio una figura diversa"
Nel ruolo ormai costante di "bastian contrario" il deputato di Italia Viva Gianfranco Librandi, che si dice "molto sorpreso dalla decisione del Governo".
"E' evidente che dopo la discutibile performance degli scorsi mesi, dalla gaffe sulle mascherine alla follia dei banchi con le rotelle, ci fosse bisogno di discontinuità e di una figura diversa. Avremmo immaginato e senz’altro gradito una maggiore condivisione per un ruolo così delicato e di responsabilità. Chiediamo l’istituzione di un gruppo di lavoro parlamentare per vigilare sulle scelte e sulla strategia che Speranza e Arcuri intendono mettere in campo".
Pronta l'interrogazione
Ancora una volta, poi, in Italia si corre. Mentre Germania e Inghilterra sono già pronte da tempo per una vaccinazione di massa, con tanto di depositi nazionali già individuati e un "piano d'attacco" già studiato, il Belpaese ha iniziato a parlarne solo il 4 novembre, con una nuova task force di 15 esperti. Questo nonostante del prossimo arrivo di un vaccino si parlasse già da mesi, in primis da parte del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ne ha promesso a più riprese l'arrivo entro la fine dell'anno.
"Un mese fa dissi che mancavano circa 100 giorni al vaccino anti Covid-19 e che, pertanto, bisognava iniziare a pensare a un piano di distribuzione puntuale ed efficace - ricorda Librandi - I recenti sviluppi dimostrano non solo che il nostro ottimismo fosse giustificato, ma che è urgente sbrigarsi. Mercoledì 11 novembre Bruxelles ha dato il via libera a un accordo per l’acquisto di 300 milioni di dosi del vaccino Pfizer-BioNTech, di cui circa 42 per l’Italia. Mi chiedo: in che modo saranno distribuiti tutti questi vaccini conservati a meno 70 gradi e a temperature più alte per un massimo di 5 giorni prima dell’uso? Chi si occuperà materialmente delle vaccinazioni? Sono state stanziate le risorse per un piano di vaccinazioni così ambizioso? Si è pensato a una campagna di comunicazione e sensibilizzazione, al monitoraggio delle operazioni e dei costi? Sono questi gli interrogativi che porremo al Ministro Speranza in un’interrogazione alla Camera e che poniamo fin da ora ad Arcuri".