la richiesta dell'onorevole

"Trovare una soluzione per il telelavoro dei frontalieri"

Queste le parole della deputata di Italia Viva, Maria Chiara Gadda,

"Trovare una soluzione per il telelavoro dei frontalieri"
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Prima del definitivo via libera alla Camera per la legge sui frontalieri l'onorevole Maria Chiara Gadda di Italia Viva chiede che venga affrontato anche il problema del telelavoro dei frontalieri.

Una soluzione per il telelavoro dei frontalieri

"La prossima settimana alla Camera voteremo in via definitiva il nuovo accordo fiscale tra la Repubblica italiana e la Confederazione Elvetica. Il testo è frutto di un lavoro di mediazione durato anni, e ora ha raggiunto un punto di equilibrio anche grazie all’interlocuzione preziosa con parti sociali ed enti locali della fascia di frontiera", lo annuncia la deputata Maria Chiara Gadda segretaria di Italia Viva Lombardia

"Questa è una notizia importante e attesa, ma rimane ancora aperta la questione telelavoro, strategica per molti dei 90mila lavoratori transfrontalieri. Rinnovare gli accordi sul telelavoro è fondamentale, ho ricevuto in queste settimane decine di messaggi in particolare da donne. Nel periodo pandemico, questo accordo amichevole firmato da Svizzera e Italia, aveva infatti permesso maggiore flessibilità per i lavoratori e le imprese consentendo di conciliare tempi di vita e lavoro. Ma è stato lasciato scadere dal governo. Il primo febbraio, giorno del ritorno alle vecchie regole, avevo chiesto un impegno preciso al ministro Giorgetti e successivamente presentato un ordine del giorno sottoscritto dai colleghi di altri gruppi parlamentari.", aggiunge Gadda.

Una soluzione da trovare presto

"Oggi è arrivata la novità di una intesa tra Italia e Svizzera rispetto a una soluzione transitoria per il telelavoro fino al 30 giugno 2023. Considerato che siamo arrivati al 20 aprile, servono informazioni più chiare e un impegno più strutturale da parte del Ministro Giorgetti, altrimenti famiglie e imprese non riusciranno mai a programmare le loro attività con certezza. Non è una questione che ha colori politici, semplicemente il territorio varesino e delle altre province di frontiera hanno bisogno di una risposta", conclude.

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