Tamponi rapidi, obbligare i medici? Consiglio spaccato in Regione
Bocciata la proposta bipartisan di rendere obbligatoria, e non facoltativa, la somministrazione dei tamponi rapidi da parte di medici e pediatri di famiglia. Intanto però la delibera di giunta annunciata da Fontana che aprirebbe anche ai laboratori privati, non arriva
Ieri in Consiglio Regionale bocciata una mozione bipartisan che proponeva di superare la resistenza di molti medici di base ad eseguire i tamponi rapidi attraverso un obbligo per tutti.
Obbligare i medici a fare i tamponi: mozione bocciata
In attesa che Regione Lombardia pubblichi l'annunciata (per lunedì) delibera che permetterà ai medici di base, ai pediatri e alle cliniche private di effettuare i tamponi rapidi, i medici hanno già fatto capire che in gran parte diranno di no. In base a quanto anticipato nei giorni scorsi dal Presidente Attilio Fontana, i professionisti avranno infatti la facoltà di effettuare i tamponi. E moltissimi hanno fatto un passo indietro, soprattutto per la mancanza di strutture adatte a ricevere quelli che a tutti gli effetti sono potenziali casi Covid e che si deve avere attenzione a non "mischiare" con i pazienti soprattutto anziani e pluripatologici che quotidianamente si recano negli studi medici.
Uno stallo che alcuni consiglieri hanno cercato di superare con una mozione bipartisan presentata ieri (martedì 3 novembre) in Consiglio Regionale. Nel testo, firmato da Beccalossi, Carretta, Romeo, Franco, Baffi, Rozza, Forattini, Carzeri, Piloni, Del Gobbo, Palmeri, Anelli e Strada, si chiedeva di impegnare il Presidente e la Giunta a recepire i contenuti dell'accordo nazionale sottoscritto tra il Ministero Nazionale e i rappresentanti (non tutti) dei medici e soprattutto a "considerare come obbligatoria e non facoltativa la disponibilità degli stessi all'effettuazione dei cosiddetti 'tamponi rapidi' ai propri pazienti".
Non un salto nel vuoto, dato che la stessa mozione chiedeva l'impegno anche a individuare di concerto con Ats, Asst e Comuni eventuali strutture alternative agli studi medici.
Una mozione in linea con quello che, in base alle indiscrezioni, sarebbe stato chiesto anche dal Presidente Fontana nel corso della Conferenza Stato-Regioni dei giorni scorsi e che però è stata bocciata, a scrutinio segreto, nonostante l'elenco di firmatari lungo quasi tutto l'arco consiliare.