Frontalieri

Scontro sugli accordi Italia-Svizzera, Sertori: “Dal Pd solo mistificazioni”

Il tentativo della regione di superare lo stallo sugli accordi bilaterali fra i due Paesi apre un nuovo terreno di scontro: al centro, la fiscalità dei frontalieri.

Scontro sugli accordi Italia-Svizzera, Sertori: “Dal Pd solo mistificazioni”

L’accordo Italia-Svizzera torna ad essere oggetto di scontro in Regione dopo la lettera inviata dall’assessore Massimo Sertori ai ministri dell’Economia di Roma e Berna. Astuti e Orsenigo (Pd): “Regione propone un accordo peggiorativo”.

Accordi Italia-Svizzera, Pd all’attacco

Dopo quello sui confini, la polemica si sposta sugli accordi Italia-Svizzera che regolano i rapporti fra i due stati e, in particolare, quelli con i frontalieri. A scatenarla una lettera inviata il 30 aprile dalla Regione a Roma e Berna con una serie di proposte per risolvere lo stallo che sulla vicenda va avanti da almeno 5 anni. Proposte che, secondo i consiglieri Pd Samuele Astuti e Angelo Orsenigo, sposerebbero “in toto le richieste ticinesi. Fontana – aggiungono – chiede  di abrogare l’accordo del ’74 che regola i rapporti fra i due paesi e la fiscalità dei frontalieri per  sostituirlo con un accordo peggiorativo. Un documento che tradisce le comunità di frontiera  di cui  si fatica a trovare la ragione. Fontana scrive su un tema di cui non ha competenza e senza aver condiviso i contenuti con  i soggetti coinvolti”.

La replica di Sertori: “Intendiamo bloccare lo stallo”

Non si è fatta attendere la replica dell’assessore agli Enti Locali e ai Rapporti con la Confederazione Elvetica Massimo Sertori, al quale i due consiglieri avevano chiesto di intervenire in commissione e spiegare la natura di quella lettera. E sertori rilancia la palla nel campo avversario:

“Se il Partito Democratico, rispetto al loro accordo del 2015 bloccato e mai firmato ed evidentemente penalizzante per gli attuali e futuri frontalieri, avesse radicalmente cambiato idea e quindi volesse portare avanti un accordo ancora più vantaggioso rispetto alla nostra proposta, avrà il nostro appoggio. Non abbiamo altre finalità che il bene dei lavoratori frontalieri”.

“Mistificazioni”

Prosegue Sertori bollando quelle dei consiglieri dem come “mistificazioni”. A quanto riferisce l’assessore, la proposta contenuta nella missiva “mira a mantenere invariata la situazione fiscale degli attuali frontalieri e contiene spunti, osservazioni e raccomandazioni frutto di un lungo percorso di confronto tra le parti e di consultazione degli stakeholders del territorio, formulati in un’ottica costruttiva e nell’intento di sbloccare una situazione in stallo da ormai 5 anni, che rischiava di compromettere il percorso di dialogo coltivato negli anni con i territori di confine”. Sul tema infatti la discussione e gli incontri si susseguono da tempo con cadenza periodica sin dall’insediamento della giunta Fontana: 
Regione Lombardia – ha spiegato Sertori – ha infatti iniziato una interlocuzione col governo ticinese sui lavoratori frontalieri fin dall’insediamento della giunta Fontana. Tanto è vero che l’accordo  del 2015 (Governo Renzi) è stato fermato dal primo Governo Conte su volontà della Lega. Accordo che avrebbe comportato in taluni casi, agli attuali frontalieri, l’implemento fino all’80% dei tributi fiscali che i frontalieri avrebbero dovuto al governo svizzero ed italiano“.
Un percorso lungo e complesso, quindi, che ha coinvolto non solo la politica lombarda e svizzera ma anche sindacati e sindaci dei territori di confine.
“Siamo giunti quindi – ha sottolineato Massimo Sertori – ad una proposta condivisa tra Lombardia e Canton Ticino atta a dare uno spunto per quello che è una possibile soluzione che prevede lo status fiscale vigente per gli attuali frontalieri ed una possibile modifica per i nuovi lavoratori con un sistema a doppia fiscalità che nella parte italiana possa prevedere possibili deduzioni. Ancora una volta al clamore mediatico e strumentale, preferiamo una attività costruttiva volta alla risoluzione dei problemi e ci mettiamo a disposizione del Governo per qualsiasi chiarimento”.
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