Scontro con Roma

Ricorso contro la zona rossa, martedì la presentazione al Tar: "Rt su dati del 30 dicembre"

L'indice rt che avrebbe "inchiodato" la Lombardia in zona rossa sarebbe calcolato su dati fermi al 30 dicembre

Ricorso contro la zona rossa, martedì la presentazione al Tar: "Rt su dati del 30 dicembre"
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È stato ufficialmente predisposto il ricorso contro la zona rossa in Lombardia che tra stasera (lunedì 18 gennaio) e domani mattina sarà depositato materialmente dalla Lombardia al Tar del Lazio. "Il ricorso si riferisce ai criteri di classificazione delle Regioni nelle diverse zone – ha spiegato in conferenza stampa il presidente Attilio Fontana -. Si impugna il Dpcm nella parte in cui vengono dettati i criteri per la classificazione facendo riferimento agli scenari e al livello di rischio anziché in prevalenza all’incidenza".

Ricorso contro la zona rossa, Regione pronta

Il governatore lombardo ha infatti evidenziato che già in Conferenza delle Regioni questa obiezione era stata mossa al Governo, in quanto la riduzione dell’indice Rt e il suo mantenimento come criterio preponderante nella classificazione del rischio è giudicato come eccessivamente penalizzante. "Se l’Rt diventa molto più restrittivo va rivalutata anche la categoria di tutti gli altri indicatori – ha sottolineato Fontana -. Anche l’Istituto superiore di sanità ha sostenuto di mettere come parametro principale quello dell’incidenza dei nuovi casi".

Dati in ritardo di due settimane

Secondo il governatore l’istituzione della zona rossa in Lombardia si baserebbe su un valore dell’indice Rt "strutturalmente in ritardo. Si riferisce alla settimana che va dal 23 al 30 dicembre. Quello dell’incidenza è sicuramente un parametro molto più aggiornato e aderente alla realtà. Noi crediamo che il Governo avrebbe dovuto dare maggior peso al parametro dell’incidenza e che le nostre richieste, supportate da tutti i presidenti di Regione e dall’ Iss avrebbero dovuto essere prese in considerazione". Un argomento, questo, che già aveva scaldato il clima tra Milano e Roma all'annuncio a inizio novembre della prima zona rossa in Lombardia con il sistema a zone.

"Quanto meno avrebbe dovuto essere graduato in maniera diversa questo confronto tra un parametro e l’altro – aggiunge Fontana -. L’Rt ha una prevalenza su tutti gli altri, non credo che questo possa essere accettabile perché si verificano situazioni di Regioni con grado di incidenza pari a 360 o più infettati (ogni 100 mila abitanti, ndr) che sono in zona arancione e la Lombardia con 130 infetti è invece in zona rossa".

Nessuna risposta da Speranza

Ieri la vicepresidente e neo assessore al Welfare Letizia Moratti aveva richiesto all’Esecutivo di sospendere per 48 ore l’ordinanza che istituiva la zona rossa in Lombardia, chiedendo al Ministero della Salute e all’Istituto superiore di sanità anche di anticipare a martedì (19 gennaio) la rivalutazione del tanto famigerato Rt.

"Per ora non abbiamo ricevuto nessuna risposta – ha riposto ai cronisti Fontana -. Mi rendo conto che oggi è una giornata per il Governo complicata, quindi non mi sento di accusare nessuno. Nel caso in cui il Governo dovesse darci una risposta siamo pronti anche a cambiare idea sul ricorso".

Spazi di manovra

Secondo quanto contenuto nel Dpcm le restrizioni dovrebbero restare in vigore per almeno 14 giorni. I lombardi possono sperare in un allentamento anticipato nei tempi, qualora le richieste avanzate dal Pirellone venissero accolte e che i parametri epidemiologici mostrassero un marcato miglioramento della curva epidemiologica. "In via del tutto eccezionale – ha specificato Attilio Fontana – Il Cts può valutare una situazione talmente migliorata tale da derogare a questo limite da due settimane".

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