Riaprono i confini? La Svizzera chiude all'Italia (smentendo Conte)
Duro attacco di Bianchi, che già a maggio aveva criticato la "fuga in avanti" del Presidente del Consiglio: "Non si può trattare la Svizzera come il paese di Heidi e le caprette, serve serietà".
A metà maggio il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva anticipato la riapertura dei confini verso la Confederazione Elvetica, ma ieri la consigliera federale Karin Keller-Sutter ha chiuso all'ipotesi del 3 giugno: "Prematuro".
Le frontiere italo-svizzere restano chiuse
Continueranno a passare solo i frontalieri. La Svizzera ha confermato la volontà di tenere chiuse le frontiere con l'Italia. Niente da fare insomma, e secondo il deputato leghista Matteo Bianchi la decisione è conseguenza anche della "fuga in avanti" del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che a metà maggio aveva invece annunciato la prossima riapertura senza obbligo di quarantena. "Si tratta di una decisione unilaterale dell’Italia di cui prendo atto", aveva dichiarato allora Karin Keller-Sutter, la consigliera federale che stamattina ha comunicato la non riapertura dei confini. Le aveva fatto eco anche il Presidente del Governo Ticinese Norman Gobbi: "La liberalizzazione fatta in fretta e con un decreto che non è chiaro nei suoi contenuti dimostra come questa fuga in avanti non sia stata coordinata con i Paesi limitrofi".
Bianchi: "Governo tratta la Svizzera come il paese di Heidi"
Il 17 maggio Bianchi era già intervenuto puntando il dito contro l'affrettata decisione e comunicazione del Governo, dichiarando in sostanza che si erano fatti i conti senza l'oste.
"Si è avverato purtroppo ciò che temevamo - dichiara Bianchi in una nota - l’ennesimo annuncio TV del Premier Conte, campato per aria e senza riscontro preventivo dalla controparte, non ha fatto altro che irrigidire i rapporti sul confine con la Confederazione Elvetica. Noi lombardi conosciamo bene i nostri amici svizzeri; non possono essere trattati con sufficienza come è solito fare la politica romana. Il Premier Conte ed il Ministro degli Esteri Di Maio aprano un canale diplomatico per ristabilire i rapporti di buon vicinato, in maniera rispettosa, ed evitino di fare dichiarazioni ai media senza aver trovato un accordo preventivo. La Lega già il 17 maggio aveva denunciato questa ipotesi ma il governo ha continuato a trattare la Svizzera solo come il paese di Heidi e delle caprette, quando invece sono il primo datore di lavoro dei cittadini lombardi, ospitandone ogni giorno 70.000. Questi comportamenti del governo italiano non aiutano a dimostrare serietà nei confronti di un partner fondamentale per la nostra economia".