Tradate

"Quella rinvenuta negli scavi del corso non era una ghiacciaia ma una cisterna per l'acqua"

Lo rileva lo studio eseguito dall'ingegnere Maria Vittoria Coletto e dallo storico  architetto Gianpaolo Cisotto.

"Quella rinvenuta negli scavi del corso non era una ghiacciaia ma una cisterna per l'acqua"
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Quest'estate durante gli scavi in corso Bernacchi (altezza villa Truffini) era stato rinvenuto un manufatto in mattoni che aveva costretto il Comune a sospendere i lavori fino al responso della Sovraintendenza. Quel misterioso rinvenimento era, secondo le ricerche fatte allora, una vecchia ghiacciaia. Ipotesi che non ha convinto Coletto e Cisotto: "Era una cisterna per l'acqua piovana", affermano spiegandone i motivi.

"Non era una ghiacciaia, ma una cisterna"

 

 

Durante i recenti lavori in corso Bernacchi è stato rinvenuto un manufatto interrato che ha suscitato molta curiosità. Sulla stampa e sui media/social sono apparse svariate ipotesi circa la sua funzione originale, è stata quindi coinvolta la Sovrintendenza per un responso competente. Tale responso lo inserisce nella carta archeologica di Tradate qualificandolo come ghiacciaia.

"Nella concitazione del momento e forse nella fretta di voler chiudere lo scavo per ripristinare la viabilità sul Corso, sono state tratte delle conclusioni che non ci hanno convinto", illustrano  una professionista locale ingegner Maria Vittoria Coletto e lo storico, architetto Gianpaolo Cisotto.

 

Pozzetto esistente per prelievo dell'acqua piovana

 Una cisterna, ecco perchè

 

Gli stessi rilevano un errore nell’ubicare il manufatto:

"Sul foglio catastale datato 1723 reperibile on line sul sito dell'Archivio di Stato di Milano, lo stesso è indicato all’incrocio tra le vie Cavour e Crocifisso. Il vano sotterraneo è invece sito in area di corte nella posizione sotto riportata. Corso Bernacchi nell’anno 1723 non esisteva essendo stato realizzato nel secolo successivo (nella foto le due linee nere parallele)".

 

E inoltre un errore nella funzionalità del manufatto:

"L’assenza di un accesso sotterraneo munito di porta per poter depositare e prelevare le derrate alimentari da conservare al fresco e l’assenza nel pavimento di fondo di pozzetto a perdere per lo scarico dell’acqua depongono per la funzionalità a cisterna per la raccolta dell’acqua piovana non già a ghiacciaia; nel ritrovato pozzetto a livello stradale veniva introdotta non la neve ma prelevata acqua piovana per utilizzi irrigui durante i periodi siccitosi o per uso lavanderia e macelleria come nel vicino ex Monastero di Cairate. Per dovere di verità la carta archeologica di Tradate dovrà quindi funzionalmente qualificare il manufatto come cisterna".

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Un esempio di ghiacciaia

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